L’orrore seguito da un errore

(di Andrea Cucco)
09/10/23

Ci sono molti aspetti che fanno parte della Guerra. Fra questi il massacro di civili. Da quasi un secolo – oramai – “consuetudine”.

Il divieto di colpire deliberatamente la popolazione inerme è tuttavia un principio cardine del Diritto Internazionale Umanitario. E non da oggi: le Convenzioni dell’Aia (1899 e 1907), poi di Ginevra (1949) con i relativi Protocolli Addizionali (1977) hanno indicato al mondo chiari limiti alle sofferenze che si possono (“dovrebbero”) mettere in campo in un conflitto. Anche la Storia precedente narra di accordi e “dichiarazioni” internazionali, sintomi di illuminata umanità tesa a tutelare innocenti.

Israele vive da sempre in uno stato di guerra. Le ragazze, quelle che pochi giorni addietro ballavano spensierate nel deserto, solo qualche decennio prima avrebbero avuto un fucile al loro fianco.

L’attacco conta per Israele centinaia di vittime (si parla di 700) ed un numero imprecisato di sequestri.

Quello che non si era mai visto non è il numero di bambini che hanno perso la vita, bensì la violenza inflitta loro e divulgata con sadismo (foto).

Sono assolutamente certo che, per arrivare ad una tale follia, la rabbia non può che essere maturata in decenni di urla, dolore e lacrime. Sono sicuro che le vittime palestinesi sotto ai 18 anni potrebbero formare una montagna. Sono al contempo sicuro che, nel momento in cui si “gestisce” mediaticamente tale dolore con certe immagini, si compie un suicidio.

Chi mette le mani deliberatamente su di un bambino ha perso. Non ha e non deve avere scampo! La morte per un tale errore dovrebbe essere quotidianamente agognata, una volta nelle mani della Giustizia.

Chi si unirà ora alla spianata (per ora “non radioattiva”) che stanno per diventare i territori infestati da Hamas?

Sicuramente un piano tanto ben coordinato e finanziato non può essere nato senza il supporto di – almeno – uno Stato straniero.

La domanda è: vista la piega che stanno per prendere gli avvenimenti, tutti gli attori saliranno sul palcoscenico? O la reazione era prevista e voluta?

Libano

Hezbollah potrà esistere ancora a lungo senza il sostegno del regime iraniano. Ma non sopravviverà se corresponsabile di quanto abbiamo visto in questi giorni nei confronti di semplici bambini.

Sa che il mondo può tollerare un numero quasi infinito di cadaveri in divisa, ma non la vista di innocenti in gabbia o nelle mani di aguzzini.

Siria

Sul coinvolgimento siriano sono ancora molti i dubbi. Di certo il massacro avvenuto la scorsa settimana all'Accademia militare di Homs (100 morti e 200 feriti, compresi civili), ad opera di un drone suicida, può non escludere comprensibili desideri di vendetta.

Tuttavia non possiamo dimenticare che i primi soldati siriani, in prossimità della Guerra dello Yom Kippur di 50 anni fa, furono mandati a proteggere a Damasco i concittadini di religione ebraica: per Assad il conflitto era un atto "politico" e nessuno sciocco doveva scambiarlo per altro.

Iran (già "Persia")

@ISTANDWITHISRAEL ("io sono dalla parte di Israele") è l’hashtag che sta divenendo virale tra gli iraniani. Se quanto avvenuto è un tentativo per sopravvivere del regime di Teheran, potrebbe rivelarsi un boomerang e il colpo di coda.

Finito il lavoro in Israele, il mondo civile dovrà occuparsi risolutamente del regime, "terminandolo" con l’aiuto entusiasta della popolazione. Un antico popolo che presto potrebbe tornare a chiamarsi, con orgoglio, “persiano”.

Foto: collage X e Tik Tok