Si è conclusa, nei giorni scorsi, la Shaping Armour 23, l’esercitazione che ha visto una unità di livello compagnia del NATO Multinational Battle Group (MNBG BGR) impegnata in una attività a fuoco.
L’addestramento si è sviluppato in uno scenario operativo ad alta intensità e ha avuto come scopo quello di affinare le procedure tecnico tattiche peculiari di ogni unità e rafforzare l’interoperabilità e l'integrazione fra i soldati dei diversi contingenti, nell'ambito dell'operazione Forward Land Force.
Schierati sul terreno due plotoni fucilieri, un plotone mortai, un plotone di cavalleria, un team JTAC (Joint Terminal Attack Controller) italiani, un plotone di fanteria leggera montenegrino, un plotone di fanteria leggera nord macedone e un assetto UAV (Unmanned Aerial Vehicle) statunitense.
Nell’attività, a cui hanno preso parte circa 160 soldati, sono stati impiegate diverse piattaforme da combattimento, tra le quali VBM “Freccia” in versione da combattimento, porta mortaio e missili contro-carro “spike”. Sul terreno anche blindo “Centauro” e VTLM 2 “Lince” italiani, che si sono uniti ai JLTV (Joint Light Tactical Vehicle) montenegrini e agli HHMWV (High Mobility Multipurpose Wheeled Vehicle) nord macedoni.
Al termine dell’esercitazione il colonnello Michelangelo Genchi, comandante del MNBG BGR, ha sottolineato l’importanza dello svolgimento di questo tipo di attività addestrative ed esercitative, indispensabili per incrementare l’integrazione, l’interoperabilità e la standardizzazione delle procedure, in particolare fra il personale dei diversi contingenti che compongono il battlegroup.