Si è conclusa nel pomeriggio di oggi la due giorni di lavori del simposio tecnico-scientifico organizzato dall’Aeronautica Militare nell’ambito delle iniziative per il Centenario della Forza Armata per approfondire il tema dello sviluppo di una capacità ipersonica nazionale, questione quanto mai attuale e di grande rilevanza strategica in una prospettiva futura.
Un percorso di discussione, studio, confronto ed analisi iniziato oltre sei mesi fa, che ha coinvolto circa 80 tra tecnici, scienziati ed esperti civili e militari e che ha riunito presso l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, giovedì 9 e venerdì 10 novembre, le più importanti eccellenze e competenze nel settore provenienti dal mondo della Difesa, del comparto aerospaziale italiano, nonché docenti e studenti delle più prestigiose realtà universitarie italiane e straniere.
Le risultanze di questo complesso progetto di studio e ricerca sono state sintetizzate in cinque panel tematici, moderati dai giornalisti Rai Manuela Moreno e Andrea Bettini, in cui si sono avvicendati sul palco esperti militari, del mondo accademico, scientifico ed industriale che hanno fornito una panoramica sul lavoro condotto da diversi tavoli tecnici sulle materie ritenute di maggior interesse sul tema dell’ipersonico: dall’aerodinamica alle comunicazioni, dai propulsori ai materiali avanzati, dagli spazioporti al diritto spaziale, fino agli aspetti legati alla sostenibilità e alla fisiologia umana nello spazio.
“Questo simposio, ed il documento strategico che riunisce tutti i lavori condotti in questi mesi che verrà presto completato e messo a disposizione della comunità scientifica e dei decisori militari e politici, crediamo possa tracciare un percorso, costituire un punto di partenza nel dibattito futuro sullo sviluppo di questa capacità, dando un contribuito importante nell’individuazione delle trasformazioni necessarie su fronte industriale, scientifico, regolamentare e infrastrutturale per restare al passo con gli altri attori che si stanno già cimentando in questo settore”, ha dichiarato il capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare, generale di squadra aerea Luca Goretti, che ha aperto e chiuso i lavori nei due giorni di simposio. “Gli scenari attuali dimostrano la rilevanza di questo tema, per la confluenza di sfide, minacce e opportunità che porta con sé, ma soprattutto per le implicazioni di vasta portata per l’ingegneria aerospaziale, per la difesa nazionale e per l’esplorazione scientifica. Stiamo entrando in un’era dove saremo sempre più dipendenti dalla velocità, dalla capacità dei sistemi di adattarsi e reagire, fattori che nell’immaginario collettivo sono da sempre strettamente legati alle forze aeree e spaziali. Per essere rilevanti come sistema Paese è fondamentale capire come utilizzare queste tecnologie per la difesa e la sicurezza, ma anche coglierne appieno le potenzialità anche in una chiave duale. Usciamo da questa due giorni con la consapevolezza che molto c’è da fare ma che come Italia abbiamo gli strumenti per competere e le competenze per guidare a livello internazionale tale processo. Servono risorse ed una visione stabile e di lungo periodo. Per avere successo, e lo dico in questo consesso riferendomi in particolare ai giovani frequentatori dell’Accademia Aeronautica che saranno la spina dorsale della Forza Armata del domani, ma anche a tutti i giovani ricercatori delle università italiane, dobbiamo investire e dare fiducia a questi giovani, credere nelle loro visionarie competenze. Dobbiamo essere bravi a comprendere come cogliere le opportunità che il mondo in cui viviamo ci offre, in ogni settore”.
Tra gli interventi più apprezzati quelli dell’Ing. Tommaso Ghidini, capo dipartimento ingegneria meccanica dell’Agenzia Spaziale Europea, che ha sottolineato quanto il tema spazio e volo nello spazio stia evolvendo. “Stiamo aprendo una nuova frontiera nell’ambito del volo spaziale”, ha dichiarato l’Ing. Ghidini. “Per volare nello spazio abbiamo bisogno di una serie di tecnologie, l’ipersonico è certamente una di queste. Prima di tutto dobbiamo chiederci quali sono le tecnologie che ci servono per fare un volo di questo tipo. Parliamo di propulsione, di materiali, di strutture, quindi di volare ad altissime temperature e di volare in maniera precisa quindi anche navigazione. Tutte queste tecnologie ce le ritroveremo poi in ambienti molto più vicini a noi come ad esempio il volo per il trasporto passeggeri ma anche il volo che potrebbe portarci addirittura fuori dall’atmosfera a volare quindi molto più velocemente e avvicinare il mondo. Credo fermamente che questo Simposio sia cruciale per aprire una dibattito su certi temi e che possa essere davvero la base di partenza verso nuove iniziative, dei workshop da sviluppare a livello nazionale ed europeo per continuare, come una unica grande famiglia, su questa strada fatta di sinergia e cooperazione”.
“La Difesa italiana vuole far parte di questo salto tecnologico, anzi l’ambizione è quella di contribuire ad orientarlo per sviluppare sistemi di difesa efficaci, anche in una chiave di deterrenza”, ha dichiarato il generale di brigata aerea Davide Cipelletti, capo ufficio generale Spazio dello stato maggiore della Difesa nel suo intervento. “Siamo di fronte ad una costante compressione di quella soglia che divide l’aerospazio dallo spazio vero e proprio e questa è una sfida che va affrontata in modo sinergico. In Italia abbiamo grandi capacità accademiche, scientifiche e industriali con cui la Difesa vuole collaborare per sviluppare nuove tecnologie e rafforzare le conoscenze e competenze reciproche. La Difesa italiana ha già buone capacità operative, tra cui quella che in gergo tecnico è denominata la Space Situation Awareness, ovvero la capacità di osservare dalla terra ciò che succede nello spazio. Lo facciamo grazie ad una rete di sensori radar e sensori ottici della Difesa e dell’Aeronautica Militare, ed anche in concorso con altri sensori dell’Agenzia Spaziale Italiana e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica; un concorso inter agenzia che permette di osservare gli oggetti che sorvolano la terra nello spazio, calcolare le loro traiettorie e verificare se possono rappresentare una problematica per i sistemi satellitari d’interesse”.
Nutrita la presenza di rappresentanti dell’industria nazionale, sia tra gli ospiti sia nei panel che hanno caratterizzato il programma dei due giorni di Simposio. Un punto di vista ed un contributo fondamentale in questo contesto di ricerca e cooperazione internazionale che è stato sottolineato dalle parole dell’Ing. Lorenzo Mariani, Co-direttore generale di Leonardo e presidente MBDA Italia: “È evidente come sia in atto una accelerazione legata ad aspetti economici e geopolitici, un salto quantico nel progresso tecnologico che rappresenta una sfida in cui l’industria gioca certamente un ruolo molto importante. Dobbiamo mettere a sistema tutte le migliori competenze e conoscenze del Paese per essere credibili a livello internazionale e cogliere questa opportunità epocale. Si tratta di argomenti così innovativi che la coesione, la contemporanea presenza delle forze armate, dell’industria e dell’università, sono fattori imprescindibili e trovo particolarmente significativo sia stato fatto in questo luogo, in cui si costruisce ogni giorno un pezzo di futuro del Paese”.
In collegamento dagli Stati Uniti, sono intervenuti anche il colonnello Luca Parmitano, pilota sperimentatore dell’Aeronautica Militare ed astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), e Nicola Pecile, in passato pilota sperimentatore dell’Aeronautica Militare ed attualmente pilota collaudatore negli Stati Uniti di veicoli suborbitali, che hanno condiviso le loro esperienze nei loro specifici ambiti sottolineando, entrambi, come la loro formazione in Accademia Aeronautica sia stata il punto di partenza essenziale nel corso del loro percorso professionale.
Nei due giorni, a chiusura dei vari panel, alcuni sottotenenti frequentatori dell’Accademia Aeronautica hanno presentato i risultati delle loro tesi di laurea su temi strettamente correlati agli argomenti del Simposio, a dimostrazione delle competenze peculiari che il sistema universitario nazionale, al quale la Forza Armata contribuisce con percorsi di formazione universitaria integrati negli iter dei propri Istituti di Formazione. “Il futuro è nello spazio, il futuro è vostro!” con queste parole il capo di stato maggiore dell’Aeronautica si è rivolto ai giovani frequentatori che hanno seguito i lavori del Simposio Tecnico-Scientifico invitandoli a mettere tutta la loro passione al servizio del nostro Paese.
Nell’ambito delle attività organizzative del Simposio Tecnico-Scientifico di Pozzuoli (NA) si ringrazia, in particolar modo, i seguenti operatori economici per aver contribuito alla realizzazione dell’evento: Leonardo S.p.A., Avio Aero S.r.l., Intesa Sanpaolo S.p.A. e L3Harris Technologies Inc.