"Tanto tuonò che piovve"

29/03/24

Caro ministro, ci spiace molto doverglielo dire ma… non si è scandalizzato nessuno!

Il suo “no” alla domanda “Siamo con un livello della Difesa accettabile?”, è stato banale. L’acqua nemmeno calda, forse tiepida.

Può fare di meglio. Anche nei rispetti (e nel rispetto) del presidente del consiglio Giorgia Meloni che, dopo quanto (“molto spontaneamente”) messo in mostra su vari canali (compresi i suoi), rischia di venir bollata ad aeternum come “calciobalilla”.

Dopo un anno e mezzo di sostanziale silenzio, interrotto solo da una singola conferenza stampa per annunciare lo scorso autunno l’invio di Nave Vulcano (unità ausiliaria per il supporto logistico) in Egitto per il soccorso sanitario e successiva evacuazione da Gaza di persone in difficoltà (tra cui innocenti palestinesi feriti), notiamo dunque una sua certa loquacità nell’ultimo periodo (vedi video).

Avere un ministro che ha trascorso una vita nel mondo delle armi (e degli affari legati ad esse) permetterebbe sicuramente di sfruttare la sua competenza per promuovere una migliore conoscenza del mondo militare.

Sarebbe necessaria? Certamente, perché ricordiamo ancora tutti il sorriso compiaciuto di chi si vantava di “rinunciare all’acquisto di 5 fucili per mandare nelle retrovie 5 soldati a parlare di pace”. Cercare tuttavia di incutere paura o solo cercare di suscitare scalpore per far accettare le spese ingenti (e tardive) per la difesa di “democrazia, pace e libertà” è un errore.

Le spiego alcuni perché... Che non avessimo un "livello accettabile della Difesa" lo sanno anche i cagnolini al guinzaglio che, transitando per via XX Settembre, esprimono (piratescamente) il loro giudizio sulla facciata del Ministero. Parlo specificamente di loro perché non leggono ovviamente le testate specializzate – quelle veramente indipendenti – che per lustri hanno dato allarmi sulle condizioni impietose delle nostre forze armate.

Forse in questi giorni avrà voluto nuovamente impersonare il politico che parla e dice le cose come stanno? Come quando, lo scorso anno, ha ammesso pubblicamente e meritoriamente che “abbiamo forze armate modellate sul peacekeeping”.

Ricordiamo anche l’evidente fake news, di gennaio quando ha smentito di aver chiosato in Commissione Difesa che la Marina Militare avesse a disposizione “solo 63 missili”. Il pensiero di tutti gli italiani (nessuno escluso) non è stato assolutamente "Solo???", è stato “Ma pensa... addirittura 63!!! Pensavamo molti meno”.

Dal momento poi che in Italia la classe politica è oggi minoranza con una maggioranza assoluta di concittadini che non vota più ed una grossa fetta che ancora lo fa (talvolta con sforzo e dolore) “turandosi il naso”… non tiri fuori il termine democrazia.

In una vera democrazia i cittadini hanno diritto di fare domande, in una falsa i sudditi vedono “concesse” interviste e risposte. Ops! Proprio la parola finale dell’intervista che ha utilizzato per tentare di seminare… diciamo “disponibilità ai sacrifici”?

In ambito militare, da troppo tempo, la “comunicazione” è colposamente confusa con la “propaganda”. Insomma le mandrakate, come direbbe qualcuno che conosce bene e a cui ha fatto proprio un bel regalo di Pasqua, “nun le sanno fà!”.

Cerchi allora di “informare”. Se si chiede come, e si risponde “Col Diario di Guido?”, la risposta è NEGATIVA!

Risponda alle domande dei cittadini, a partire da quelli con un microfono (“barbe finte” escluse).

Sono anni che sottolineiamo la necessità di una conferenza stampa settimanale della Difesa (legga gli articoli L’Italia è di fatto in guerra: ci difenderanno i “Gattopardi”? e La Francia onora il nostro capo militare della Difesa. L'Italia rischia esempi positivi?), lo sa bene anche lei (rilegga gli articoli Caro ministro, se ne freghi e dia l’esempio… e Il ministro Crosetto parla! E pure bene...)! Replichi quello che per altri cittadini europei, a partire dai (Zak!) francesi, è un DIRITTO.

Accolga dunque l’appello che rivolgiamo da anni agli occupanti di via XX Settembre (lei compreso), ma non lo faccia perseguendo il vizio di “concedere” o far “concedere” la parola ai colleghi più curvi e compiacenti, magari “selezionati” e con domande preaccordate o, peggio, preordinate.

La saluto con un proverbio, se non erro arabo, che insegna: Quando Dio vuole punirci, esaudiscenostri desideri”. A forza di parlare a sproposito di “democrazia”... un giorno potrebbe davvero avverarsi!

Andrea Cucco

Immagini: X (il social un tempo conosciuto con il nome di "Twitter")