Nella riunione del consiglio dei ministri di oggi potrebbe essere sciolto il nodo della nomina del massimo vertice militare della Difesa.
Se anni addietro i candidati in lizza per la nomina erano pochi, questa volta - toccando il posto più alto ad un ufficiale dell’Esercito (salvo sorprese e conseguenti malumori in un momento in cui vanno categoricamente evitati…) - sono almeno quattro: il segretario generale uscente, gen. Portolano, il comandante del COVI, gen Figliuolo, il capo di stato maggiore dell’Esercito, gen. Masiello ed il consigliere militare della presidenza del consiglio dei ministri, gen. Federici.
Parrebbe che la cerimonia di insediamento del nuovo capo di stato maggiore della Difesa sia stata fissata ai primi di ottobre. Dal momento che la scadenza dell’incarico del generale Portolano coincide con il periodo, mentre quella dell’attuale capo di SMD è a novembre, sembrerebbe avvenuto un accordo per correggere scadenze di legge e permetterne la nomina.
In un paese in cui il tifo, le simpatie, gli sgambetti, i tradimenti o gli interessi personali hanno talvolta prevalso su quello un giorno verrà a ragione chiamato “interesse nazionale” (non siamo mai stati e non siamo ancora una Nazione), mai come oggi la scelta determinerà la guida di una bagnarola malandata in mezzo ad una tempesta imminente. A breve, volenti o nolenti, ne saremo investiti e dovremo affrontare il peggio con il poco disponibile.
Gli italiani, in divisa e non, sono gente straordinaria che, se motivata e correttamente informata, può raggiungere qualunque obiettivo. Tuttavia sono anche disillusi, delusi dalla ridicola propaganda, dalla cialtronesca retorica e dalle “democratiche” censure.
Il nuovo capo di SMD dovrà recuperare la fiducia dei suoi uomini e donne assieme a quella dei concittadini.
I tuoni si avvicinano mentre le tragicomiche distrazioni di massa aumentano. C’è poco da invidiare…