La missione Eunavfor Med e l’attesa Risoluzione ONU

27/05/15

IL 18 maggio del corrente mese il Concilio dell’Unione Europea ha accordato il via alla missione navale Eunavfor Med, un’operazione navale atta a distruggere il traffico degli esseri umani operato nel Mediterraneo dai cosiddetti "scafisti".

Eunavfor Med vedrebbe diverse fasi operative ovviamente conformi al Diritto Internazionale. Usiamo il condizionale perché senza la risoluzione ovvero la legittimazione ONU, questa missione non prenderebbe il largo. La risoluzione è al vaglio in questi giorni.

Secondo talune fonti informative già divulgate in questi giorni, la prima fase concernerebbe la pianificazione delle operazioni assieme a quella di sorveglianza e del blocco della rete del traffico nel Mediterraneo centro-meridionale. La seconda e terza fase sarebbero focalizzatate sulla ricerca e distruzione completa delle reti operative degli scafisti, azioni avviate in accordo con le autorità libiche e secondo il Diritto Internazionale.

La missione Eunavfor Med sarebbe comandata dall’ammiraglio di divisione Enrico Credendino - tra i suoi ultimi incarichi la guida della forza navale europea impegnata nella missione antipirateria Atalanta in Somalia. Il quartier generale sarebbe ubicato nell'ex aeroporto romano di Centocelle che ospita anche il COI, il Comando Operativo di vertice Interforze. Qui l’ammiraglio assieme uno staff di una quarantina di ufficiali provenienti dai vari Paesi, potrebbe anche coordinare l’attività di Eunavfor Med con quella della missione Nato in Mediterraneo Active Endeavour di dispositivo Europeo.

La flagship, (potrebbe trattarsi di una delle due portaerei italiane, la Garibaldi o la moderna Cavour, ma ci sono ipotesi sull’impiego anche come nave-comando di una delle tre unità San Giorgio, San Giusto, San Marco) sarebbe comandata da un altro ammiraglio italiano, Inoltre, si ipotizzerebbe la presenza di altre unità italiane: probabilmente 4 o 5 e le navi di diversi altri Paesi europei, come la Gran Bretagna, la Francia, la Germania e la Spagna.

Centrale in questi casi il ruolo dell’Intelligence, fondamentale per quella che sarà l’attività principale ovvero l’intercettazione e rimozione dei barconi. Le informazioni dovranno essere condivise necessariamente dai vari servizi che hanno già una "rete ben consolidata ed ampia" nell’ area libica. È sulla base di queste informazioni - incrociate con le immagini aeree della situazione sul terreno provenienti dai velivoli senza pilota Predator, dai caccia Tornado e da altri aerei da ricognizione – verrebbero pianificati ed eseguiti i previsti blitz delle forze speciali finalizzati a distruggere le imbarcazioni nei porti.

La decisione di tale missione inoltre, è stata accettata anche dal Concilio Marittimo Baltico e Internazionale (BIMCO) con assieme i suoi 2300 membri di 130 paesi.

"E' rassicurante vedere gli sforzi dei leader dell’Unione Europea verso questo interminabile crisi nel Mediterraneo, oltre la ricerca e il salvataggio operato dalla missione Triton, cercando dunque di sconfiggere il traffico degli esseri umani e i gli affari degli scafisti, che sempre più incrementano questa crisi umanitaria nel Mar del Mediterraneo", ha commentato Giles Noakes, chief officer del BIMCO.

Maria Grazia Labellarte