Siria: in sette mesi Assad ha eliminato 7894 persone, l'Isis 1131, ma solo le decapitazioni fanno notizia

(di Franco Iacch)
08/09/15

Secondo la Rete siriana per i Diritti Umani, un gruppo di monitoraggio basato in Gran Bretagna, il governo del presidente Bashar al-Assad ha ucciso molte più persone in Siria quest'anno dello Stato Islamico. Gli omicidi del gruppo estremista, però, fanno più notizia.

Tra gennaio e luglio scorso, le milizie filo-governative di Assad hanno ucciso 7.894 persone. Lo Stato islamico, invece, ha ucciso 1.131 persone. In un solo giorno del mese scorso, l’aviazione di Assad ha eliminato più di 100 persone in una zona residenziale di Douma, un sobborgo della capitale Damasco. Appare evidente che le forze governative sono responsabili della maggior parte dei 250.000 morti: questo lo scotto pagato in quattro anni di conflitto in Siria. Il messaggio passato nei media del globo è quello di un brutale quanto orrendo Stato islamico.

In molti dimenticano – si legge sul report della Rete siriana per i Diritti Umani – che il regime di Assad è la principale fonte di morte e distruzione in Siria dal 2011. Il conflitto nacque nel 2011, come una pacifica rivolta in piena primavera araba. Le manifestazioni si trasformarono in rivolta per poi assurgere a guerra civile, con risposte brutali del governo.

“Lo Stato islamico è attivo da un anno in Siria ed in Iraq. Certo, fa notizia una decapitazione, ma i riflettori dei media non si spostano sulle esecuzioni di massa delle forze di Assad, veri e propri squadroni della morte che continuano a devastare intere città”.

Assad ha sempre fatto affidamento sulla sua forza aerea, ritenuta la sua arma più letale, per contrastare l’avanzata dei ribelli. Il governo lealista controllerebbe meno della metà della Siria, ma è l’unico a possedere un’aviazione, per la maggior parte aerei russi, in grado di bombardare le zone ribelli in modo del tutto incontrastato. Nonostante questi raid siano ormai considerati crimini di guerra dalla stragrande maggioranza della Comunità internazionale (gli USA sarebbero stati anche pronti ad eliminare Assad due anni fa, ma nel momento dell’azione furono abbandonati dagli alleati che preferirono una risoluzione pacifica e la dismissioni delle armi chimiche, anche se probabilmente gli arsenali siriani possiedono ancora parte di questi sistemi), Assad continua a compiere massacri. Come quando, lo scorso agosto, il leader siriano inviò i suoi bombardieri a Douma, uccidendo 1300 persone.

L'Osservatorio siriano per i Diritti Umani ha calcolato che nel luglio scorso, l’aviazione di Assad ha condotto 7000 sortite nella sola provincia nord-occidentale di Idlib. Il bilancio delle vittime sta alimentando un esodo che ha travolto Turchia, Libano e Giordania con milioni di profughi siriani in rotta verso l’Europa. Nel mezzo, infine, c’è la strategia americana, indirizzata da oltre un anno contro lo Stato islamico con raid aerei ed addestramento di milizie locali.

Stati Uniti e paesi europei considerano Assad fondamentale per mantenere lo status quo in Siria, ma temono anche una sua improvvisa caduta che potrebbe permettere agli estremisti di seminare il caos, in un paese già stravolto da quattro anni di guerra.

(foto: SANA)