Quanto sarà necessaria nel 2027, anno in cui è prevista la certificazione nucleare sui nuovi bombardieri americani, la triade deterrente degli Stati Uniti? Sappiamo che gli USA hanno previsto una spesa complessiva di 55 miliardi di dollari, in soli costi di acquisizione, per una nuova flotta composta da 100 Long Range Strike-Bomber. L’aeronautica militare statunitense vuole un bombardiere subsonico a lungo raggio con elevata efficienza aerodinamica, capacità di eludere ogni tipo di difesa aerea ed una RCS (Radar Cross Section) praticamente “nulla”. Proprio la bassissima segnatura radar è un prerequisito fondamentale del nuovo bombardiere. Oltre all'armamento convenzionale, il futuro bombardiere avrà la capacità di trasportare testate nucleare a distanze considerevoli.
La nuova capacità globale della futura triade nucleare, però, impone una riflessione. L’esistenza, in prossimità di possibili obiettivi, di armi nucleari pronte al lancio, è considerata un forte segnale in caso di escalation. Gli Stati Uniti, per esempio, eseguono turnazioni con i B-2 ed i B-52 sia nel Regno Unito che nell’Isola di Guam. Un segnale forte per quanti avessero in mente di scatenare un olocausto nucleare su Varsavia o Los Angeles.
Ma quanto sarebbe funzionale il vecchio asset della triplice deterrenza nucleare tra 10 anni? I bombardieri nucleari americani, nonostante la turnazione, per colpire il nemico dovrebbero decollare, almeno teoricamente, da cinque basi nel globo. Basi che il nemico conosce e che probabilmente renderebbe inutilizzabili. Una volta in volo, però, un bombardiere stealth potrebbe anche non essere rilevato, ma quanto sarebbe potente?
Questo non si può dire per la componente terrestre nucleare americana formata dai Minuteman. Il problema con i missili balistici terrestri è che russi e cinesi (un altro nemico strutturato come un esercito di fatto non esiste per gli USA), sanno perfettamente dove si trovano. Per la componente strategica terrestre fissa, il problema è prettamente simmetrico. Un solo lancio da uno dei 400 silos schierati nel Montana, Nord Dakota e Wyoming, sarebbe rilevato immediatamente dal nemico che lancerebbe una risposta nucleare prima ancora che il missile raggiungesse il bersaglio. Un Minuteman, nonostante l’aggiornamento miliardario, resterà sempre vincolato dal fatto di essere geograficamente localizzato nel suo silo. C’è poi anche un problema di tipo tattico. Se gli USA dichiarassero guerra ai cinesi, potrebbero anche non fare affidamento sugli LGM-30 a causa della traiettoria dei missili. Questi ultimi, infatti, per colpire i cinesi dovrebbero sorvolare la Siberia. Ciò potrebbe determinare una reazione russa. Una reazione non voluta.
Ecco che allora la penetrazione dello spazio aereo nemico ad opera di un bombardiere stealth con armamento nucleare, rappresenta l’opzione migliore tra le due. Un attacco, silente ed invisibile, in grado di devastare la rete di comando o decapitare la leadership politica di un paese. Questa è però la medesima capacità che gli USA hanno con i Trident sub-lanciati. Per capire la potenza di un sottomarino classe Ohio, sarebbe opportuno ricordare il suo carico di morte. Se un Ohio, da 12 mila km di distanza dall’obiettivo, lanciasse tutti i suoi 24 missili intercontinentali Trident II, ognuno dei quali dotato di otto testate nucleari W88 da 475 kilotoni, potrebbe cancellare dalla faccia della terra tra il miliardo ed il miliardo e mezzo di persone. Se dal Pacifico occidentale, i Trident venissero lanciati contro Pechino, i cinesi avrebbero soltanto pochissimi minuti per reagire, probabilmente non sarebbero in grado di farlo. Da rilevare che per effetto della ridondanza, gli USA hanno sempre otto Ohio in mare in qualsiasi momento. Significa che gli USA hanno sempre pronti al lancio 192 missili balistici dalle profondità dell’Oceano, per 1536 testate indipendenti da 450 Kilotoni.
Anche se i bombardieri rappresentano “un’occasionale azione di attacco”, pensare che il loro armamento possa decapitare le forze nemiche è inverosimile. In un epoca di forti tagli alla spesa militare, gli USA dovrebbero puntare tutto sulla forza nucleare sottomarina, così come fa il Regno Unito (magari preservando ancora i missili a terra, non cosi costosi da mantenere in linea).
(foto: US Air Force)