Con l’immissione in bacino le attività dell’unità si fermeranno per due mesi per i necessari lavori di riparazione.
La commissione d’inchiesta subito nominata e posta sotto la presidenza del viceammiraglio Federico Martini ravvisa colpevolezza nella responsabilità della sicurezza della nave e della condotta della navigazione e a norma del Regolamento per il servizio sulle navi armate (l’articolo 34 attesta che durante la navigazione il comandante in capo di una forza navale è responsabile della sicurezza delle navi poste ai suoi ordini, il comandante dell’unità è responsabile della sicurezza dell’unità a suo comando e infine l’ufficiale di rotta è responsabile della condotta della navigazione) esonera l’ammiraglio Noce dal comando per tutto il periodo di riparazione dell’unità, colloca in disponibilità il comandante della nave e il capo di stato maggiore della Squadra (capitano di vascello Carlo Marchese), condanna l’ufficiale di rotta, tenente di vascello Alessandro Tosi, a un mese di arresti in fortezza e proscioglie per perizia marinaresca e prontezza di decisione l’ufficiale di guardia in plancia al momento dell’incidente, tenente di vascello Ernesto Stampa.
Fonte: Marina Militare