[N.d.A.: non sarei mai venuto a conoscenza di questo avvenimento se - durante una guardia all'Operativo di Maridipart Napoli (preistoria) - non me lo avesse raccontato il marinaio di servizio, collega del protagonista dei fatti che mi accingo a riportare. Il mio "informatore" mi disse che il suo amico glielo aveva raccontato, divertito, sì, ma anche dispiaciuto per il sicuro innalzamento della pressione arteriosa del sottufficiale dell'Autoreparto nonché grato al comandante americano per aver tutelato, pietosamente, questa specie di segreto militare.]
L'autista era stato scelto fra i marinai da poco arrivati in sede in quanto valutato come il più sveglio e il più affidabile.
Era anche di bella presenza e parlava un po'di inglese.
Insomma, era una garanzia.
Il suo compito: prelevare sotto bordo il comandante di una nave della U.S. Navy ed accompagnarlo a Maridipart Napoli per visita di cortesia all'Ammiraglio Comandante in Capo.
L'ultimo a ripetergli una serie di raccomandazioni era stato il sottufficiale di guardia quel giorno all'autoreparto.
"Allora, è chiaro quello che devi fare? Tu vai sottobordo, parcheggi la macchina pronto per uscire dal porto, esci dalla macchina e aspetti vicino allo sportello posteriore destro. Quando vedi che sta scendendo il comandante e senti i fischi, tu ti metti sull'attenti e fai il saluto militare. Quando il comandante arriva alla macchina tu apri lo sportello, lo fai salire, chiudi lo sportello - e mi raccomando, nun 'o sbattere, chiudilo piano - poi ti metti in macchina e lo porti a Maridipart. Quando arrivi a Maridipart, scendi veloce veloce e gli apri lo sportello, gli fai un altro saluto militare e poi aspetti quando scende dall'ufficio dell'Ammiraglio e lo riporti a bordo. E' tutto chiaro?"
"Sì, capo, tutto occhèi" aveva risposto, sicuro di sé, il marinaio alzando il pollice (ormai si sentiva un po' americano anche lui).
Dopo circa un'ora era rientrato all'autoreparto con un'aria meno spigliata di quella che aveva all'uscita, pur tentando di esprimere la maggiore naturalezza possibile.
La forzata disinvoltura non era, però, sfuggita all'occhio esperto del sottufficiale che aveva raccolto malcelati segnali di grondante disagio.
"Allora, come è andata? Tutto a posto, sì?" chiese mentre il suo sguardo inviava al marinaio un chiaro messaggio del tipo "Dimme 'a verità".
"Sì,capo, tutto a posto...diciamo"
"Guaglio', che vuol dire 'stu diciamo?"
"Capo, vuol dire che aggio fatto 'na mezza figura 'e niente, se proprio lo volete sape'!"
"Se lo voglio sapere ??!! - aveva ruggito il sottufficiale - e certo che 'o 'vvoglio sape'. Che hai combinato?"
"Capo, io ho fatto come mi avevate detto. So' arrivato, ho girato la macchina , mi sono messo vicino allo sportello, quando l'americano è sceso da bordo l'aggio pure salutato, quando è arrivato alla macchina gli ho aperto lo sportello, poi l'ho chiuso senza sbatterlo, poi ho fatto il giro della macchina , ho aperto lo sportello lato guida e mi sono seduto in macchina"
"E allora è andato tutto bene. Qual è il problema?"
"Il problema, capo, è che...forse per l'emozione...me so' 'mbriacato e aggio sbagliato spurtiello...e mi sono seduto dietro pure io, a fianco all'americano"
"Tu che dici??!! E l'americano che ha fatto?" esclamò il sottufficiale portandosi la mano alla fronte.
" Niente. Però m'ha guardato come se avesse voluto dire < e mo'che stai aspettanno, ca guido io? >"
"E tu allora che hai fatto?" chiese il sottufficiale, probabilmente già in preda ad una forte emicrania di servizio.
"Io aggio ditto < uh, scusate > e cu' 'nu zumpo so' asciuto, me so' assettato al volante e l'ho portato a Maridipart"
"Mamma mia - esclamò sconsolato il sottufficiale, scuotendo la testa - che figura...che figura..."
"Eh, capo...e poi non solo questo, perché...ora che ci penso..."
"A che cosa?? Che hai cumbinato ancora??!!"
"Capo, io l'aggio ditto < uh, scusate >"
"E allora?"
"E allora, capo, io 'nu poco d'inglese lo parlo... almeno putevo dicere < excuse me >, ve pare?"
Sembra che non fosse pesante il registro che il sottufficiale lanciò, neanche tanto velocemente, al marinaio che ebbe modo di scansarlo mentre guadagnava l'uscita.