Il bando messo al bando

(di Marco Pasquali)
11/04/24

Le più importanti università italiane (Roma, Torino, la Normale di Pisa, la Statale di Milano) stanno boicottando l’accordo di cooperazione fra il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e il Ministero dell’Innovazione, Scienza e Tecnologia (MOST) per la parte israeliana. Lo fanno per solidarietà con Gaza e l’atteggiamento del singolo rettore e senato accademico è ambiguo, ma resta il timore che alcune ricerche previste dal bando possano avere sviluppi nel campo militare.

Nella mozione della Normale di Pisa si afferma “la necessità di ispirare le attività di ricerca e di insegnamento al rispetto dell’articolo 11 della Costituzione, che prescrive il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Per questo si impegna “a esercitare la massima cautela” nel valutare accordi istituzionali collaborazioni scientifiche “che possano attenere allo sviluppo di tecnologie utilizzabili per scopi militari e alla messa in atto di forme di oppressione, discriminazione o aggressione a danno della popolazione civile, come avviene in questo momento nella striscia di Gaza”. Ma a questo punto vediamo cosa prevede il bando che ha spaccato l’università italiana. È pubblicato nel sito ufficiale del MAECI1 e così recita:

Si richiede la presentazione di progetti congiunti di ricerca italo-israeliani, nelle seguenti aree di ricerca, entro mercoledì 10 aprile 2024 (ore 16.00, ora italiana):

1. Technologies for healthy soils (i.e. – novel fertilizers, soil implants, soil microbiome etc.)

2. Water technologies, including: drinking water treatment, industrial and sewage water treatment and water desalination

3. Precision optics, electronics and quantum technologies, for frontier applications, such as next generation gravitational wave detectors

Il testo ufficiale è stranamente stilato in inglese senza traduzione, mentre tutto il resto del lungo documento (15 pagine) è in italiano e contiene una lunga serie di disposizioni amministrative: in tutto verranno selezionati 11 progetti congiunti con il finanziamento massimo totale di 1,1 milioni di euro. Per ogni singolo progetto il MAECI finanzia un massimo di 200 mila euro e comunque non oltre il 50% dei costi indicati nel preventivo. I progetti di ricerca avranno la durata massima di due anni con il Ministero che cofinanzia i costi di personale, viaggi, materiali e attrezzature, spese per pubblicazioni, consulenze e spese generali.

Cercando ora di capire il testo in inglese, al punto 1 si parla di tecnologie agricole (nuovi fertilizzanti, impianti nel suolo, microbioma, pannelli solari), mentre il punto 2 si concentra sulle tecnologie dell’acqua (potabilizzazione, trattamento delle acque reflue e/o provenienti da impianti industriali, desalinizzazione). Il punto 3 invece parla di ottica di precisione, tecnologie quantistiche per applicazioni sperimentali in fase di sviluppo e non ancora disponibili per usi commerciali2, come p.es. rilevatori di onde gravitazionali di prossima generazione. Una doverosa traduzione ufficiale (il MAECI è un ente di Stato italiano) o almeno un testo bilingue gioverebbe senza ambiguità alla comprensione del contenuto, ma il punto è un altro: nel testo non si fa cenno a ricerche nel campo militare. E infatti nella mozione studentesca – fortemente ideologica, neanche a dirlo - si allude a collaborazioni scientifiche “che possano attenere allo sviluppo di tecnologie utilizzabili per scopi militari”. Quali? Non tanto quelle incentrate sui fertilizzanti (punto 1) ma casomai quelle che riguardano le ottiche di precisione e l’elettronica (punto 3), mentre onestamente non ho le competenze per stabilire se le tecnologie quantistiche sperimentali per lo sviluppo dei futuri rilevatori di onde gravitazionali possano avere un reale collegamento con l’industria militare, Invece nel bando non si parla stranamente di aerospaziale, che è invece il classico campo di uso duale della tecnologia di frontiera.

A loro replica Noemi Di Segni, presidente dell'Ucei che ha definito "il boicottaggio" delle università israeliane "la cosa più assurda che abbiamo sentito pretendere" che "non favorisce dialogo, pace, sapere e approfondimento, che sia verso le università israeliane, i singoli docenti, o anche soggetti di religione ebraica".

E qui arriviamo al punto: nel bando non c’è traccia diretta di quanto paventato perché la ricerca e lo sviluppo della tecnologia militare tra Italia e Israele non passano per l’università, ma sono legate piuttosto ai grossi gruppi industriali della difesa e aerospaziali, come Leonardo e le imprese a loro collegate. L’Italia per la difesa può solo far parte di alleanze, e queste scelte sono state fatte dal dopoguerra. È normale che tra alleati ci si scambino informazioni, tecnologie, ricercatori, mezzi materiali. Quelli poi che ritengono che l’esportazione di tecnologia militare sia coperta dal segreto di Stato sappiano che è tutto pubblicato ufficialmente dal Parlamento. Per il 2021 p.es. basta leggere il documento di 1628 pagine, reperibile in rete e intitolato:

SENATO DELLA REPUBBLICA / XVIII LEGISLATURA / Doc. LXVII n. 5

RELAZIONE SULLE OPERAZIONI AUTORIZZATE E SVOLTE PER IL

CONTROLLO DELL'ESPORTAZIONE, IMPORTAZIONE E TRANSITO DEI MATERIALI DI ARMAMENTO (Anno 2021) / (Articolo 5 della legge 9 luglio 1990, n. 185) / Presentata dal Presidente del Consiglio dei ministri (DRAGHI)

Comunicata alla Presidenza il 5 aprile 2022

C’è veramente tutto e invitiamo chi avesse dubbi in materia a studiarselo. Negli ultimi dieci anni le aziende italiane hanno venduto a Israele tecnologia militare e armamenti per 120 milioni di euro, ma gli acquisti arrivano quasi a 250 milioni, pur con alti e bassi3. Nel 2022 Israele ha ricevuto armi da aziende italiane per quasi 9,3 milioni di euro. Israele è comunque solo una parte dell’insieme: nel 2022 le aziende italiane hanno esportato armi nel mondo per un valore complessivo di circa 5,3 miliardi di euro. In questa somma sono compresi i costi delle intermediazioni fra i vari Paesi, le licenze e le autorizzazioni alla vendita. Nel complesso il valore delle autorizzazioni alla vendita di armi ammonta a circa 3,8 miliardi di euro: il primo Paese a cui nel 2022 l’Italia ha venduto armi è stato la Turchia (598,2 milioni di euro), seguita dagli Stati Uniti (532,8 milioni) e dalla Germania (407,2 milioni). Ma a complicare il problema c’è la realtà di una serie di ricerche e prodotti “dual use”. La tecnologia avanzata ha ricadute sia nel campo militare che in quello civile: basta pensare all’elettronica, all’informatica, alle telecomunicazioni, all’aerospaziale, allo sviluppo dei semiconduttori, al punto che è difficile fare discriminazioni se non per quanto riguarda le armi vere e proprie. Pertanto la voce “tecnologia militare” non va intesa in senso assoluto.

Nella seconda parte del documento c’è anche l’elenco ufficiale delle ditte italiane che hanno venduto armi e tecnologia militare. Tra queste troviamo Leonardo Spa, la principale società italiana del settore militare e dell’aerospazio, controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanza, e l’Agenzia industrie difesa, controllata dal Ministero della Difesa. Ma l’elenco è lungo e comprende anche industrie piccole, ma molto specializzate. Leonardo comunque ha forti legami con Israele, ma questo è a sua volta legato all’alleanza con l’Occidente4. Il 21 giugno 2022 la società a capo del complesso militare-industriale nazionale ha comunicato che la controllata statunitense Leonardo DRS e l’azienda israeliana RADA Electronic Industries Ltd. (leader nella fornitura di radar tattici militari e software avanzati) hanno firmato un accordo vincolante di fusione. Nello specifico Leonardo DRS acquisirà il 100% del capitale sociale di RADA in cambio dell’assegnazione del 19,5% delle proprie azioni agli attuali azionisti della società israeliana. Il gruppo italiano a capitale pubblico, tramite la propria controllata statunitense Leonardo Holding, continuerà a possedere l’80,5% della società combinata. Al perfezionamento dell’operazione, previsto entro la fine del 2022, Leonardo DRS sarà quotata sia al NASDAQ che alla borsa di Tel Aviv con il simbolo DRS.

La società si concentrerà in quattro settori strategici: il rilevamento avanzato, le reti informatiche, la force protection, l’energia elettrica e i sistemi di propulsione, puntando in particolare allo sviluppo e produzione di sistemi di “difesa aerea” a corto raggio per contrastare gli attacchi con droni, missili, artiglierie e mortai, nonché di apparecchiature per la protezione di veicoli da combattimento. Tutto questo è ufficiale. D’altro canto nel 2023 ricadeva il ventesimo anniversario dalla firma del memorandum d’intesa Italia-Israele in materia di cooperazione nel settore militare accordo che pone particolare attenzione all’interscambio di materiale di armamento, all’organizzazione delle forze armate, alla formazione e all’addestramento del personale e alla ricerca e sviluppo in campo industriale-militare. La collaborazione tra le forze armate israeliane ed italiane si è sviluppata particolarmente nel settore delle esercitazioni aeree5. Inutile e ipocrita stupirsi a questo punto di una realtà consolidata e sancita da precisi accordi formali stipulati nell’arco di un ventennio sotto l’ombrello USA e NATO6.

E ora passiamo alla seconda parte del discorso: ostacolare la ricerca scientifica e/o la cultura è non solo antidemocratico, ma controproducente, e su questo la UCEI (Unione delle comunità ebraiche italiane) è stata ferma, parlando attraverso la presidente Noemi Di Segni: “Sono contraria al boicottaggio accademico d’Israele. Le collaborazioni tra università, tra comunità di scienziati, tra studenti sono importanti. Sono un’occasione di incontro e dialogo per capire diversi approcci. Se si vuole costruire un futuro più pacifico, la strada non è il boicottaggio”7.

Non possiamo che sottoscrivere queste parole: ci si deve sempre confrontare con le diverse visioni del mondo, magari anche litigando. Ricerca scientifica e culturale alla fine promuovono l’interazione, lo scambio, la crescita sociale e politica. Proprio per questo non va ostacolata né censurata in nome dell’ideologia.

Note

  1. https://www.esteri.it/it/diplomazia-culturale-e-diplomazia-scientifica/cooperscientificatecnologica/accordi_coop_indscietec/

  2. Vedi https://www.lawinsider.com : Frontier Apps means medical imaging prototypes for post processing which are still under development and not commercially available yet and which are licensed

  3. https://pagellapolitica.it/articoli/commercio-armi-italia-israele

  4. https://pagineesteri.it/2022/06/27/in-evidenza/industrie-militari-litaliana-leonardo-si-fonde-con-lisraeliana-rada/

  5. https://orientxxi.info/magazine/articles-en-italien/roma-tel-aviv-fratelli-d-armi-alleati-di-guerra,6843 , dove il testo originale precede i vari commenti.

  6. https://www.fanpage.it/attualita/quali-armi-e-tecnologie-militari-italiane-sta-impiegando-israele-nella-guerra-a-gaza/

  7. https://www.osservatorioantisemitismo.it/articoli/universita-lo-sdegno-degli-ebrei-italiani-per-il-boicottaggio-di-israele/