I bombardieri imbarcati giapponesi: l’Aichi D3A

(di Francesco Sisto)
25/03/24

L’Aichi D3A – Val per gli alleati – fu un importante bombardiere in picchiata imbarcato impiegato dalla Marina imperiale giapponese durante la Seconda guerra mondiale.

La Marina imperiale nipponica, nel 1936, dispose una gara per la realizzazione di un bombardiere in picchiata dalle caratteristiche moderne, da imbarcarsi sulle portaerei.

Il primo prototipo dell’Aichi prese il volo la prima volta nel gennaio del 1938, e diede discreti risultati. Infatti, il velivolo dimostrò di avere una significativa solidità strutturale e una buona manovrabilità. Alla fine, l’Aichi vinse la gara indetta.

Il mezzo entrò in servizio a partire dal 1939/40.

Complessivamente, furono realizzati più di 1400 esemplari nel corso degli anni (comprese le numerose varianti).

A tale riguardo, Giorgio Bonacina scrive: “Esteticamente elegante, benché a carrello fisso, il Val – a parte le sue deboli capacità di carico – era migliore del suo più famoso collega europeo, lo Stuka tedesco”1.

L’Aichi D3A1 ebbe il battesimo del fuoco, nel novembre del 1939, durante la seconda guerra sino-giapponese (7 luglio 1937 - 2 settembre 1945). Inoltre, nel 1940 il velivolo iniziò le prove di qualifica a bordo delle portaerei Akagi e Kaga.

Il 7 dicembre 1941, la forza d’assalto nipponica lanciò all’attacco – su Pearl Harbor – 360 aerei (dei 360 aerei giapponesi che colpirono Pearl Harbor, più di 100 erano Aichi D3A1); 4 delle 8 corazzate statunitensi vennero affondate, 1 fu fatta arenare e le altre furono seriamente danneggiate. In poco più di un’ora l’Impero giapponese si era assicurato il controllo del Pacifico.

“Grazie a questo colpo micidiale, la strada era sgombra per un’ininterrotta serie di invasioni via mare dei territori statunitensi, britannici e olandesi nell’Oceano Pacifico. Mentre ancora la principale forza d’assalto giapponese navigava verso le isole Hawaii, altre forze navali stavano scortando convogli di navi cariche di truppe nel Pacifico sudoccidentale. Quasi simultaneamente all’attacco aereo contro Pearl Harbor, truppe giapponesi cominciarono a sbarcare sulla penisola di Malacca e nelle Filippine”2.

È bene ricordare che l’Aichi D3A fu il primo aereo nipponico a effettuare raid su obiettivi statunitensi durante il secondo conflitto mondiale! Per di più, i Val si dimostrarono velivoli temibili.

I bombardieri Val, nel corso della guerra, presero parte a numerose operazioni aeronavali, e fra queste: il raid nell’Oceano Indiano (31 marzo-10 aprile 1942), la battaglia del Mar dei Coralli (4-8 maggio 1942), la battaglia delle Midway (4-7 giugno 1942) (vedi articolo "La guerra nel Pacifico: la battaglia delle Midway (1942)"), la battaglia delle Salomone orientali (24-25 agosto 1942) e la battaglia di Santa Cruz (25-27 ottobre 1942).

Tuttavia, a partire dal 1943 il loro contributo nel conflitto iniziò a diminuire. Ciononostante, continuarono a prendere parte alle operazioni.

Alcuni esemplari di Aichi D3A – verso gli ultimi anni di guerra – vennero impiegati come aerei kamikaze, mentre altri furono destinati alle scuole di addestramento.

Globalmente, si può asserire che i Val si dimostrarono velivoli di ottime qualità e combattenti di prim’ordine3. Inoltre, affondarono – nel corso del conflitto – più navi da guerra alleate di qualsiasi altro velivolo dell’Asse.

L’Aichi D3A2 (modello 22) aveva un’apertura alare di 14,365 m, altezza 3,847 m, lunghezza 10,95 m. Il peso a vuoto era di 2570 kg, mentre a pieno carico 3800 kg.

Motore: 1 Mitsubishi Kinsei, potenza 1300 CV.

La velocità massima era di 430 km/h a 6200 m, mentre quella di crociera 296 km/h a 3000 m. La quota di tangenza era di 10500 m.

L’armamento era composto da mitragliatrici per aereo Type 97 e Type 92. Inoltre, poteva trasportare una bomba da 250 kg e due bombe da 60 kg.

Il velivolo poteva contare su un equipaggio di 2 uomini.

1 G. Bonacina, L’Aichi D3A Val, in Storia Illustrata n°182, 1973, p.129

2 Cfr. B.H. Liddell Hart, Storia militare della Seconda guerra mondiale. Gli eserciti, i fronti e le battaglie, Mondadori, Milano, 2021, p.271

3 Cfr. G. Bonacina, ibidem

Foto: web / U.S. Navy