È stato appena pubblicato un libro che racconta la storia del mercenariato attraverso l'intera cronologia dei conflitti, dagli antichi guerrieri greci al servizio di Ciro il Giovane, ai moderni contractors internazionali.
I soldati di fortuna, spinti da guadagno o bottino, hanno segnato la storia bellica, dalla Guardia variaga medievale alle compagnie di ventura rinascimentali e oltre.
Nonostante un declino con l'avvento degli eserciti nazionali, dal XX secolo i mercenari hanno riguadagnato rilevanza in conflitti globali, dimostrando la persistente influenza dei "soldati di fortuna" nella dinamica della guerra.
Qual è il parallelo corretto che si può fare nelle varie epoche fino alla nostra?
I limiti nazionali per lo sfruttamento di una risorsa potenzialmente importante per il nostro Paese sono culturali, giuridici o altro?
Chi si arruola meramente per uno stipendio, può essere in fondo definito "mercenario"?
Lo chiederemo mercoledì 13 marzo alle 21.00 all'autore, l'ambasciatore Domenico Vecchioni.
Vi aspettiamo!