In Burkina Faso la situazione securitaria nell’ultimo mese appare instabile ed in lento degrado.
Ciò si palesa, in particolar modo, nelle aree di confine dove si sono verificati diversi scontri tra le forze regolari e terroristi di matrice jihadista. Gli ultimi in ordine di tempo sono quelli registrati il 28 settembre a Ouargaye (provincia di Koulpelogo) nella regione Centro-Est del paese dove l'aviazione burkinabè ha individuato diversi gruppi di terroristi.
Fonti ufficiali affermano che diverse centinaia di jihadisti sono stati neutralizzati nell'operazione. A Silmaguè (provincia di Namentenga), invece, in un’operazione militare sono stati uccisi circa 15 guerriglieri. Domenica, 1 ottobre, a Taouremba (provincia di Soum) una base di terroristi è stata individuata e decimata.
In seguito al presunto tentativo di colpo di Stato del 26 settembre scorso e al conseguente arresto di vari ufficiali della Gendarmeria accusati di esserne i perpetratori, in data 29 settembre massive manifestazioni popolari, a sostegno del presidente della Transizione Ibrahim Traorè (foto) ed a favore di una modifica della Costituzione, sono state organizzate nelle principali città del Paese. Durante le stesse, diverse bandiere di Mali, Niger e Russia sono state esposte dai manifestanti.
Oggi, 4 ottobre, il presidente della Transizione ha nominato un nuovo capo di stato maggiore della Gendarmeria Nazionale, inasprendo ulteriormente i rapporti con la Forza Armata in questione.
La scorsa settimana il giornale Jeune Afrique - successivamente sospeso dal regime - ha scritto di malcontento e ammutinamenti tra le forze di sicurezza burkinabè a causa di diversi fattori quali la decisione di inviare truppe in supporto del Niger e le indecorose sepolture dei soldati caduti in combattimento. Il 26 settembre centinaia di persone hanno inscenato una manifestazione presidiando i punti nevralgici della città, in risposta ad un appello lanciato sulle reti sociali che incitava la popolazione a scendere in piazza per difendere il capitano Traorè, presidente della Transizione, ed il suo governo da un possibile tentativo di colpo di Stato.
Altre operazioni si sono susseguite durante lo scorso mese. L’11 settembre a Silgadji e Petegoli nella regione a Nord-Est del paese un numero indefinito di terroristi è stato neutralizzato grazie ad un'operazione congiunta tra esercito ed aviazione burkinabè. Due giorni dopo nella foresta di Sablogo nella regione Centro-Est del paese l'esercito burkinabè ha attaccato una base di terroristi jihadisti riuscendo a neutralizzarne diversi mentre a Nongfaire nella regione Nord del paese circa 300 terroristi hanno attaccato una base militare. Nello scontro vi sono stati morti in entrambe le fazioni.
Il 4 settembre, invece, a Yatenga nella provincia di Koumbri, i militari dell'esercito ed i Volontari per la Difesa della Patria hanno subito un'imboscata che ha provocato la morte di 17 soldati del 12° reggimento e 36 VDP per un totale di 53 morti.
I militanti islamici controllano ancora gran parte del Paese e l’esercito non appare pienamente in grado di affrontare e sconfiggere il terrorismo.
L’UNICEF afferma che almeno una scuola su quattro rimangono chiuse a causa delle violenze e dell’insicurezza nel Paese rendendo impossibile ad un milione di bambini di andare a scuola.
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