La Cina mobilita medici militari per aiutare a contenere l'epidemia di “coronavirus” esplosa nella città di Wuhan.
I media cinesi hanno riferito ieri che sono al momento 40, e altri ne arriveranno nei prossimi giorni, gli ufficiali medici dell’Esercito di Liberazione Nazionale (PLA) inviati sul posto per dare manforte alle strutture sanitarie della città.
Un numero ancora esiguo destinato a crescere, con il compito aggiuntivo di preparare lo schieramento di una struttura ospedaliera militare campale che avrà una importante capacità di ricovero (presumibilmente di livello equivalente a NATO ROLE 3).
Secondo quanto riferisce il South China Morning Post1, gli ufficiali medici starebbero già lavorando nelle unità di terapia intensiva al fianco del personale sanitario di Wuhan, la città da cui il morbo si è diffuso nel resto del paese e all’estero.
Oltre alla Cina, infatti, anche Stati Uniti, Europa, Singapore, Giappone, Corea del Sud, Vietnam, Tailandia, Hong Kong, Macao e Taiwan hanno registrato casi di persone infette.
È invece rientrato l’allarme diffuso ieri a Bari, dove una cittadina italiana in rientro da Wuhan era stata ricoverata con sintomi sospetti.
Ad oggi, sono 26 i decessi dichiarati e 880 i ricoveri nelle strutture ospedaliere della città cinese e della sua immediata periferia.
Il coronavirus, ribattezzato 2019-nCoV è simile alla Sars, e sarebbe l’incrocio di un coronavirus proveniente dai pipistrelli con uno trasmesso dai serpenti. Da questi sarebbe poi passato all’uomo, acquisendo la capacità di trasmettersi ad altri persone.
I mercati di animali vivi, molto comuni in Cina, ne avrebbero fornito l’habitat ideale.
Dalle immagini che giungono in Italia, Wuhan appare come una città fantasma, nonostante gli 11 milioni di abitanti. Il quotidiano cinese Global Times, nella sua edizione on line2 conferma che la città, il più grande hub di trasporto della Cina centrale, è completamente inaccessibile ed ai residenti è vietato abbandonarla.
Al momento, considerando i centri minori della regione, sarebbero circa 41 milioni le persone isolate.
I 40 medici militari giunti in città costituiscono l’advance party dell’ospedale militare da campo che il Comando Militare Centrale3 del PLA schiererà a breve, a similitudine di quanto fatto nella città di Xiaotangshan nel 2003 durante l’epidemia della SARS, dove fu schierato un ospedale campale con la capacità di 1000 posti letto, che in due mesi di attività curò circa il 15% dei pazienti Sars a livello nazionale.
Nell’attesa, la città di Wuhan ne sta ultimando uno improvvisato in periferia, da adibire a centro di quarantena e di trattamento per i pazienti, che dovrebbe essere ultimato in dieci giorni.
Vi opererà anche il personale medico militare, la cui presenza è segnalata dai media di Pechino, che hanno dato particolare risalto al giuramento pronunciato mercoledì scorso dai medici in uniforme, con il quale si sono impegnati a “seguire gli ordini ricevuti, fare i sacrifici necessari e compiere quanto richiesto dal proprio compito assegnato, senza mai avere paura di soffrire o di morire”, certi che “abbiamo trionfato sulla Sars e vinceremo anche questa volta.”
Il PLA non è il solo nel sostegno ai medici di Wuhan.
Anche la Commissione Nazionale della Salute, riferisce la radio nazionale cinese, ha inviato alcuni specialisti, il cui primo gruppo, proveniente dagli ospedali di Shanghai, Jiangsu e Sichuan, è costituito da personale medico esperto in terapia intensiva, patologie respiratorie e infettive.
Mentre scriviamo, sarebbero 21 i team medici inviati negli ospedali locali per supervisionare e formare il personale medico e paramedico.
AGGIORNAMENTO del 25 gennaio: I medici militari sono passati da 40 a 1200.
3 La riforma militare del 2015 voluta da Xi Jinping ha creato cinque Comandi congiunti di teatro (Est, Ovest, Sud, Nord, Centro del paese) che hanno sostituito le precedenti sette regioni militari
Fotogramma: Twitter