I dubbi degli “amici” della Russia: chi ha riconosciuto le repubbliche del Donbass e chi no

(di David Rossi)
24/02/22

Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Alla luce della necessità di alcuni Paesi di mantenere buone relazioni con Mosca ma di non diventare un paria a livello internazionale, cerchiamo di capire come si stanno comportando i principali “soci” del Cremlino fra i governi mondiali. Cerchiamo, quindi, di capire qualcosa in più sull’andamento della crisi russo-ucraina a partire dalla domanda: chi sta ufficialmente con Putin e ha fatto sua la decisione di riconoscere i governi “ribelli” del Donbass?

La risposta è semplice: solo chi si trova in posizione di “cliente passivo” di Mosca, potendo solo offrire “servigi” politici e poco altro in cambio di aiuti materiali, militari ecc. Non a caso alla Federazione Russa si sono accodati, in ordine alfabetico: Cuba, Nicaragua, Siria e Venezuela, oltre ad Abkhazia e Ossezia del Sud, queste due ultime entità essendo a loro volta riconosciute dagli stessi Stati, con l’aggiunta di Nauru.

Alla compagnia si sono uniti gli Houthi yemeniti, di recente protagonisti di spettacolari attentati nell’area del Golfo ed evidentemente alla ricerca della sponsorizzazione di Mosca.

Per il resto, niente. Alcuni silenzi sono assordanti, a partire da quello del dittatore bielorusso Lukashenko, il quale la scorsa settimana aveva assicurato che avrebbe discusso “con il presidente russo Vladimir Putin su come procedere affinché sia la Russia che la Bielorussia “traggano vantaggio” dal riconoscimento dei ribelli filorussi.

La supercazzola di Minsk

"Guardiamo con rispetto e comprensione la decisione (N.d.R. della Russia) di riconoscere l'indipendenza delle Repubbliche popolari di Donetsk e Luhans’k…” tuttavia, la Bielorussia intende “procedere dai principi di un atteggiamento coscienzioso di tutte le parti all'adempimento degli obblighi internazionali, alla fraterna alleanza strategica con la Russia e tenere conto anche dell'ulteriore sviluppo della situazione".

Il Kazakistan ha deciso che presto deciderà di decidere su qualcos’altro

"La posizione ufficiale del Kazakistan è in fase di elaborazione, il consiglio di sicurezza kazako si terrà nelle prossime ore, dove finalmente la adotteremo”, tuttavia “la questione del riconoscimento del Kazakistan delle Repubbliche popolari di Donetsk e Luhans’k non è all'ordine del giorno".

La Serbia vorrebbe svegliarsi e scoprire che è solo un brutto incubo

"Tutto ciò che sapevamo ieri non esiste più oggi... Questa è probabilmente la situazione più difficile per tutti i nostri coetanei, i nostri genitori, per noi e per i nostri figli... Questo di fatto e sostanzialmente cambia l'ordine mondiale… Questa è la gravità della nostra posizione: la Serbia è sulla strada europea, la Serbia ha sempre sostenuto l'integrità dell'Ucraina e, tuttavia, l'85% dei cittadini serbi, qualunque cosa accada, qualunque cosa accada, sarà dalla parte della Russia”.

La Cina sta a guardare ma ha molti interessi in gioco

La Cina chiede a Russia e Ucraina di “evitare qualsiasi azione che possa alimentare le tensioni. L'attuale situazione… è il risultato di molti fattori complessi".

L’Iran propone una moderazione che non sta di casa in Medio Oriente

"La Repubblica islamica dell'Iran invita tutte le parti a esercitare moderazione e ad evitare qualunque azione che potrebbe aumentare le tensioni”.

Foto: Cremlino