In una nota ufficiale, il ministro degli Esteri greco Nicos Dendias ha condannato l’atto di intimidazione subito da un elicottero dell’Esercito, che aveva a bordo il ministro della Difesa Nikos Panagiotopoulos e il capo di stato maggiore dell'Esercito greco, il generale Konstantinos Floros, da parte di caccia turchi, sul Mar Egeo lo scorso 3 maggio.
Il Ministero degli Affari Esteri ha qualificato l'azione come "atto inaccettabile" e ha invitato la Turchia a "operare nel quadro del buon vicinato come gli altri paesi dell'area, rispettando il diritto internazionale anziché violarlo sistematicamente".
Secondo una fonte militare, il ministro e il capo di stato maggiore stavano effettuando una visita domenicale agli avamposti militari sulle isole greche nel sud-est del Mar Egeo.
Secondo l'agenzia di stampa greca (Ana), due caccia F-16 turchi hanno sorvolato, a una quota di 3.500 piedi, l'isolotto di Inoussses da cui è decollato l'elicottero greco. Poco dopo questi stessi aerei hanno sorvolato Agathonissi, un altro isolotto greco, scendendo a 1.700 piedi sul livello del mare.
Gli scramble di caccia greci sono frequenti nello spazio di mare che sapara i due paesi. Atene accusa spesso il suo vicino e alleato all'interno della NATO, di violare il suo spazio aereo e marittimo.
Queste intercettazioni sono talvolta la causa di gravi incidenti: l'ultima è avvenuta nell'aprile 2018 quando un pilota da combattimento greco, il capitano Giorgos Baltadoros del 331° squadrone dell’Aeronautica Militare, è rimasto ucciso nello schianto del suo aereo, un Mirage 2000-5, nell'Egeo, al ritorno da una missione di intercettazione di aerei turchi.
Foto: Türk Silahlı Kuvvetleri