L'inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Hans Grundberg, ha annunciato oggi il rinnovo, fino al 2 agosto, della tregua sottoscritta lo scorso aprile (vedi articolo) tra le parti in conflitto.
"Lodo le parti per aver intrapreso questi passi e per aver accettato di estendere la tregua. Questa rappresenta un cambiamento significativo nella traiettoria della guerra ed è stata raggiunta attraverso un processo decisionale responsabile e coraggioso da parte delle parti. Affinché la tregua possa realizzare appieno il suo potenziale, sarà necessario adottare ulteriori misure, in particolare per quanto riguarda le aperture stradali e le operazioni di volo commerciale” ha affermato Grundberg.
In questi due mesi molti sono stati i benefici che la popolazione ha potuto constatare: meno vittime tra i civili, approvvigionamento di carburante attraverso i porti, la ripresa dei voli commerciali dopo quasi sei anni di chiusura.
Lo scorso 16 maggio, infatti, Grundberg aveva comunicato, con grande soddisfazione, il decollo del primo aereo commerciale dalla capitale Sana’a ad Amman (Giordania) con a bordo un centinaio di yemeniti in viaggio per curarsi all'estero, per riunirsi con i propri cari o per cercare opportunità educative e lavorative. Finora si sono spostati più di mille passeggeri, la frequenza dei voli è in aumento e pare che, la fruttuosa cooperazione con l’Egitto, consentirà la riapertura della rotta con Il Cairo.
Gli obiettivi da perseguire durante gli ulteriori due mesi di cessate il fuoco saranno le aperture stradali e l’implemento dei voli commerciali.
La scorsa settimana c’era stata ad Amman la prima riunione, in regime di tregua, del comitato di coordinamento militare a cui hanno partecipato, oltre al generale Antony Hayward ( consigliere militare dell'inviato delle Nazioni Unite), rappresentanti militari del governo yemenita, il gruppo armato Ansar Allah e il comando delle forze congiunte della coalizione.
Si è discusso sulle decisioni da mettere in campo per ridurre l’escalation ed aumentare la sicurezza strategico-operativa nonché, come ha dichiarato Grundberg, “discutere su come migliorare il dialogo e la comunicazione tra le parti per la creazione di fiducia”.
Sempre negli stessi giorni si è discusso con le parti, per dar seguito ai punti dell’accordo di tregua, su possibili alternative per aprire strade chiave a Taiz e in altri governatorati.
La proposta elaborata prevede una graduale riapertura delle strade garantendo, al contempo, sicurezza per i viaggiatori civili. A detta dell’inviato ONU questo avrà benefici sull’economia e soprattutto allevierà le sofferenze della popolazione. L’impatto delle chiusure stradali sui civili è devastante. La loro riapertura porterà ad un più agevole accesso ai beni e servizi e migliorare la libertà di movimento consentendo alle famiglie divise di ritrovarsi, di andare a lavoro, raggiungere luoghi di cura e di commercio e permettere ai ragazzi di andare a scuola.
Certo, il conflitto in Yemen dura ormai da anni e ha causato tante vittime civili ma - anche se rimane una delle più grandi crisi umanitarie al mondo e uno dei luoghi più pericolosi - sta cercando di risollevarsi nonostante le continue difficoltà provenienti da più fronti (pandemia e guerra russo-ucraina). La guerra in Ucraina e le difficoltà del smerciare i propri prodotti ceriaricoli ha fatto innalzare i prezzi aggravando l’emergenza umanitaria yemenita che secondo le stime delle Nazioni Unite porterebbe alla fame sette milioni mezzo di persone. La tregua ha comunque permesso ad aerei e navi di rifornire il Paese di beni di prima necessità.
È forse ancora presto per parlare di "tregua" nel conflitto russo-ucraino ma le condizioni poste in essere in Yemen per poter colloquiare - o quantomeno provarci - non appaiono inutili per arrivare ad una risoluzione definitiva.
Foto: OSESGY