Chi pensa che la geopolitica non sia anche valutazione della variabile umana, sbaglia. Non è un prendere parte, ma è quell'alfa imprescindibile che riesce a mandare a pallino tutte le migliori e più razionali analisi, basti guardare all'Ucraina. O all'Iran...
Repubblica indefettibilmente protetta dal trascendente, diffuso a piene mani da chi se ne è fatto interprete ed esecutore, è percorsa da rivolte innescate da una scintilla accesa da un velo ed un'altra dallo spegnimento di una vita ancora pulsante. È un incendio ancora acceso dalle centinaia di vite solo apparentemente cancellate, riaccese nel ricordo da un coraggio quasi irreale.
Sono ormai giunti gli ultimatum, e non crediamo sia sufficiente sorridere guardando al gioco del turbante scalzato dal capo di un mullah e fatto rimbalzare a terra. Non considerare questi elementi irrazionali ed impalpabili è la catalizzazione di una congerie di errori che riguardano il futuro a medio lungo termine.
È il momento degli ultimatum: se il comandante delle Guardie Rivoluzionarie Salami manterrà le sue promesse, nei prossimi giorni il maglio degli Ayatollah si abbatterà su ciò che rimane della cultura e della civiltà di una nazione millenaria; se al contrario l'insurrezione continuerà a divampare, si creerà un vuoto di potere che dovrà al più presto essere riempito, ma come?
L'Iran è prostrato, le sanzioni hanno colpito, la necessità spinge ora a sostenere un'altra ex grande potenza in forte difficoltà mentre continuano ad imporsi all'attenzione le velleità nucleari.
Un'auspicabile ipotesi è che Teheran possa tornare ad essere l'altra vera colonna politica del Medio Oriente in bilanciamento con l'Arabia Saudita, un plinto fondativo degno della storia e della tradizione della civiltà persiana. In questo momento tuttavia questo disegno appartiene ancora al futuro, lo vedremo e ne scriveremo presto.
Ora è il momento delle strade, della lotta di un popolo che sfida una forza preponderante. Tra il fuoco ed il sangue che bruciano e scorrono tra Teheran, Kerson e Kiev, quel che colpisce è la vacuità occidentale: le notizie sono esigue, riduttive, oggetto di valutazioni sovente non propriamente imparziali.
Mentre nell'occidentale Atene si dibatte dell'uso degli articoli determinativi, nella ora più orientale Sparta la gente muore per un principio. Sarà questa l'ultima notte per la libertà persiana?
Foto: IRNA