Si sta svolgendo in questi giorni il processo ai 22 imputati arrestati in alle seguito alle proteste del 1 e 2 luglio scorso a Nukus (Uzbekistan).
Gli scontri tra manifestanti e polizia erano nati dall’annuncio del presidente uzbeko, Shavkat Mirziyoyev, di modificare la costituzione. I 170 emendamenti presentati abolirebbero la possibilità di convocare un referendum sulla secessione della regione del Karakalpakstan. Il Capitolo XVII1 della costituzione uzbeka è dedicato alla Repubblica del Karakalpakstan. In esso viene affermato che “la Repubblica sovrana del Karakalpakstan fa parte della Repubblica dell'Uzbekistan” e che “la Repubblica del Karakalpakstan avrà una propria Costituzione”. All’articolo 74 possiamo leggere: “la Repubblica del Karakalpakstan avrà il diritto di separarsi dalla Repubblica dell'Uzbekistan sulla base di un referendum nazionale tenuto dal popolo del Karakalpakstan”.
Non è stata la prima volta che si vedono nella regione simili manifestazioni, la più sanguinosa fu quella del maggio 2005 quando, nella città di Andjian, le truppe del Servizio di sicurezza nazionale uzbeko spararono su una folla uccidendo, secondo le stime del governo, 187 rivoltosi.
A luglio di quest’anno, invece, sono morte 18 persone (tra civili e poliziotti) e 243 sono rimaste ferite durante le proteste e, secondo la Guardia Nazionale, poco più di cinquecento sono state arrestate poi man mano rilasciate. Il governo accusò i manifestanti di marciare verso la città di Nukus e che i provocatori avevano tentato di impadronirsi delle istituzione e di destabilizzare l’Uzbekistan. Esponenti del governo dissero che c’era stato un fraintendimento sulle riforme costituzionali che si stavano discutendo nella capitale.
Il processo è in corso di svolgimento a Bukhara centro equidistante, circa 600km, da Nukus e Tashkent sotto la presidenza di Y. Abibullayev, giudice del collegio penale del tribunale del Karakalpakstan. Sono state formalizzate le accuse contro gli imputati quindi sono iniziate le audizioni degli stessi che si protrarranno nei prossimi giorni.
Tra gli accusati anche giornalisti, avvocati,blogger, docenti ed il capo del dipartimento investigativo criminale del Ministero degli affari interni del Karakalpakstan, Pulat Shamshetov. Alcune delle accuse a loro carico sono: complicità in gravi danni fisici intenzionali causati a due o più persone, cospirazione per prendere il potere o rovesciare l'ordine costituzionale della Repubblica dell'Uzbekistan, legalizzazione dei proventi di attività criminali, organizzazione di rivolte accompagnate da violenza, teppismo associato alla resistenza a un rappresentante delle autorità o al pubblico che svolge compiti di protezione.
Il portavoce del presidente Mirziyoyev, Sherzod Asadov, ha dichiarato già in luglio che "tutti gli eventi recenti sono stati preparati e organizzati non uno, e non dieci giorni, prima che si svolgessero. Questi eventi sono stati preparati per molti anni da forze straniere. L'obiettivo principale è violare l'integrità territoriale dell'Uzbekistan e innescare un conflitto interetnico"2,tuttavia non ci sono riscontri sostanziali a sostegno di queste affermazioni.
Non è sbagliato pensare che la guerra russo-ucraina possa avere delle ripercussioni sulla sicurezza e sulla stabilità di tutti i paesi dell’ex Unione Sovietica ed i fatti dell’ultimo anno lo dimostrerebbero. In particolare ci riferiamo alla crisi in Kazakistan dove non sono tardate le manifestazioni, contro il rincaro dei prezzi del carburante, che hanno causato diversi morti.
Mosca continua ad avere una profonda influenza in Asia centrale anche se, ormai, le ex repubbliche sovietiche hanno sviluppato complesse dinamiche interne che la riguardano marginalmente.
Cenni storici
Il Karakalpakstan è una regione turcofona desertica, sita nei pressi del Lago di Aral, in cui vivono due milioni di persone e fino al 1930 era una entità autonoma all’interno della Repubblica Socialista Sovietica del Kazakistan. Nel 1936 fu inglobata nell’Uzbekistan come repubblica socialista sovietica autonoma del Karakalpak.
Dagli anni ’60 Mosca ha iniziato a deviare le acque dei fiumi, immissari del lago d’Aral, Amu Darya e dal Syr Darya per poter irrigare le piantagioni di cotone e ciò ha portato ad una progressivo restringimento del bacino acquifero. Dopo la caduta dell’Urss, la repubblica autonoma firmò un accordo intergovernativo (1993) sull'inclusione del Karakalpakstan in Uzbekistan per almeno vent’anni e prevedeva, inoltre, la possibilità di tenere un referendum per la secessione.
Tuttavia le proposte costituzionali dell’attuale esecutive poc’anzi menzionate, avrebbero de facto privato il Karakalpakstan della sua autonomia e del diritto di poter svolgere un referendum.
Anche se la regione è ricca di rame, argento, oro, uranio essa non dispone di infrastrutture e di un sistema istituzionali tali da potersi rendere indipendente del tutto dal governo centrale condannandola ad un regime di profonda depressione. L’insoddisfazione economica e le continue tensioni con il governo centrale circa possibili limitazioni della propria autonomia, di certo non favoriscono il rilancio della regione ed anzi aumentano focolai di protesta.
Foto: Twitter