La Marina iraniana rilancia la sua vocazione globale:"Già iniziate le missioni di lungo raggio"

(di Giampiero Venturi)
29/11/16

Il comandante della Marina iraniana, ammiraglio Sayyari, ribadisce la necessità di dotare Teheran di una flotta d’alto mare e rilancia la vocazione “blue waters” della sua forza navale.

Durante le celebrazioni per la festa della Marina del 28 novembre, Sayyari ha parlato di “interessi in acque internazionali” annunciando per il prossimo futuro altre missioni di lungo raggio, facendo riferimento in particolare a rotte atlantiche, alla circumnavigazione dell’Africa e all’Asia orientale.

Già a ottobre alcune unità della Marina iraniana hanno fatto rotta per il Sudafrica dopo uno scalo in Tanzania. Il riferimento è alla missione di “pace e amicizia” condotta dalla 44a flottiglia, la cui nave comando, il cacciatorpediniere Alvand, sarebbe ora alla fonda a largo di Durban in Sudafrica. Nonostante la Alvand sia in realtà una ex fregata, riclassificata insieme ad altre tre unità come cacciatorpediniere dopo importanti lavori di ammodernamento, il dato più significativo rimane la proiezione degli interessi su scala extra-regionale dell’Iran, attraverso lo strumento navale.

L’annuncio di Sayyari di sempre più frequenti missioni in alto mare (altre cinque previste per il 2017) arriva in un momento di transizione importante per la diplomazia iraniana e in particolare per i rapporti con gli USA. In attesa dell’insediamento di Trump a gennaio, le schermaglie fra Teheran e Washington in tema di sicurezza marittima continuano senza sosta.

Ad un anno dall’arresto dei marinai USA nel Golfo Persico da parte di reparti navali dei Pasdaran, il Pentagono accusa Teheran di continue provocazioni e di minare la stabilità regionale. Solo a settembre si sarebbe verificato l’ultimo “incontro ravvicinato” tra il pattugliatore USS Firebolt e barchini d’attacco dei Guardiani della Rivoluzione (i Pasdaran appunto...).

L’Iran dal canto suo rispedisce tutto al mittente, puntando il dito contro la politica americana che rappresenta una continua minaccia “non solo per le acque territoriali iraniane ma per la scurezza globale”.

La Marina iraniana oltre alla nuova vocazione d’altura in teatri inconsueti, rimane molto attiva nel Golfo di Aden e lungo le coste del Corno d’Africa nelle attività di protezione di mercantili e convogli commerciali. Sarebbero più di 3000 le navi scortate da quando è iniziata la collaborazione tra Teheran e le altre marine impegnate in operazioni anti pirateria.

(foto: IRIN)