La situazione in Donbass fa aumentare la tensione USA-Russia

(di Tiziano Ciocchetti)
06/04/21

Partiamo da un dato apodittico: Kiev non ha mai rinunciato a voler riconquistare i territori perduti nel 2014. Ciò non vale solo per il Donbass ma anche per la Penisola di Crimea (annessa alla Federazione Russa con un referendum), indicata dall’ONU come “territorio temporaneamente occupato”1.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un decreto dello scorso marzo, ha ribadito che l’Ucraina “non riconosce l'acquisizione obbligatoria o automatica della cittadinanza russa da parte di cittadini ucraini che vivono nel territorio temporaneamente occupato dalla Russia”, e considerandola "come un atto di coercizione contro cittadini ucraini e violazione del diritto internazionale umanitario”. Aggiungendo che “l'Ucraina si riserva il diritto di utilizzare tutti i mezzi necessari per proteggere i diritti e le libertà, l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale, in conformità con l'Articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite”.

Il 2 aprile, inoltre, il presidente ucraino ha convocato il Consiglio per la Sicurezza e la Difesa Nazionale. Lo stesso giorno l’artiglieria dei governativi ha colpito la periferia di Donetsk, in particolare il quartiere di Oktyabrskij e il villaggio di Spartak, sembrerebbe senza causare vittime tra i civili. Sono stati osservati anche voli di UCAV di fabbricazione turca TB2 Bayraktar, recentemente acquisiti dalle forze di Kiev.

La motivazione ufficiale dell’aggressività ucraina è che il Cremlino – secondo fonti dell’intelligence di Kiev – sta predisponendo le proprie forze per un ingresso nel Donbass, ritenendo che queste ultime avrebbero potuto persino tentare di penetrare ulteriormente nel territorio ucraino.

Sempre secondo i servizi d’informazione ucraini, il corpo di spedizione russo sarà pienamente operativo a metà aprile.

In realtà Mosca in questi giorni sta spostando ingenti forze al confine ucraino, tra cui carri armati T-72B3, T-90A (foto) e semoventi da 152 mm 2S35.

Ad aggiungere benzina sul fuoco anche la risoluzione del Parlamento ucraino, approvata lo scorso 1° aprile, in cui si afferma che l’Ucraina si trova in una situazione di conflitto con la Federazione Russa, chiedendo a quest’ultima di fermare immediatamente le ostilità nel Donbass e di attenersi al cessate il fuoco precedentemente stabilito.

Nei giorni scorsi, il comandante in capo delle Forze Armate di Kiev, Ruslan Khomchak (foto), ha dichiarato che “le Forze Armate si stanno preparando oggi per vari scenari e, naturalmente, ci stiamo preparando per l'offensiva. Stiamo creando basi di addestramento, i partner ci stanno aiutando. (...) Il presidente non ha problemi a dare l’ordine di attaccare. Occorre solamente stimare le conseguenze, le forze, le riserve e le capacità dello Stato. Donetsk è una città dove vivono milioni di persone, in caso di offensiva, c’è il rischio che muoiano molti civili”.

Rispetto al 2014, le forze ucraine sono state riequipaggiate e riorganizzate, grazie soprattutto agli aiuti ricevuti dai paesi amici, in particolare gli Stati Uniti, il Canada e il Regno Unito (anche la Polonia sta appoggiando in modo massiccio il governo di Kiev, avendo un’atavica paura della Russia). In più Kiev ha sviluppato, in questi ultimi anni, un serie di nuovi armamenti, soprattutto nel campo missilistico.

Già la precedente Amministrazione americana aveva autorizzato al vendita all’Ucraina di apparati per le comunicazioni, radar per l’artiglieria e piccoli UAV. Inoltre sono giunti, due anni fa, un centinaio di sistemi missilistici controcarro FGM-148 Javelin (foto), ciò costituisce un chiaro messaggio lanciato da Washington al Cremlino.

Il governo di Kiev sembrerebbe quindi intenzionato ad andare avanti nelle sue rivendicazioni territoriali, sostenuto dall’appoggio Occidentale (soprattutto americano).

L'Alto Rappresentante dell'Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Josep Borell, ha promesso un forte sostegno da parte dell’Unione europea alla sovranità ucraina e alla sua integrità territoriale, nel corso di un colloquio telefonico con Dmytro Kuleba, il ministro degli esteri ucraino, il 4 aprile scorso.

Tuttavia Mosca ha avvertito che prenderà "tutte le misure necessarie in caso di interferenza militare Occidentale in Ucraina”. Il Cremlino ha ammesso il movimento delle sue truppe al confine russo-ucraino e in Crimea. Ma ha assicurato che "non sta minacciando nessuno". D'altra parte, ha anche espresso la sua “preoccupazione per le crescenti tensioni e che in una forma o nell'altra la parte ucraina possa adottare misure che portino alla guerra".

Foto: U.S. Air Force / MoD Fed. russa / U.S. Army

1 https://en.wikipedia.org/wiki/Annexation_of_Crimea_by_the_Russian_Federa...