Dovremmo ricordarcelo. Mentre crescevamo, ci ripetavano: “chiunque è capace di starti vicino quando splende il sole. È durante le tempeste che capisci chi è veramente amico”. Aggiungerei, se siete d’accordo: “...e soprattutto chi non lo è”.
In fin dei conti, il COVID-19 non sta solo mettendo a dura prova la salute fisica ed economica del nostro paese. Inesorabile, sta portando alla luce una serie di pustole, cariche di pus, evidenti, dolorose: le domande da farsi in un momento come questo circa le relazioni internazionali che l’Italia ha con i paesi “partner”.
Ebbene, quando tutto sara’ finito, dovremmo conservare ben saldo nella memoria che, fin qui, nessun paese cosidetto “partner” si è fatto proattivamente avanti per offrirci aiuto concreto, in questo momento di gravissima emergenza.
Quando tutto sarà un ricordo, dovremmo ricordare che alcuni paesi “alleati” hanno arbitrariamente deciso di bloccare l’arrivo di mascherine destinate al belpaese. Minimizzando su come etichettare una decisione come questa, userei aggettivi come “irresponsabile e vergognosa”1.
Se tutto venisse confermato, quando ne usciremo fuori - perché non c’è dubbio che noi italiani ne usciremo - dovremmo tenere impresso nella memoria che ad alcuni dei nostril paesi “partner” tutto questo non è bastato2: sarebbe vergognoso se avessero davvero negato il sorvolo del proprio territorio nazionale a chi, come la Russia, abbia deciso di inviare dai 9 ai 15 cargo militari1 con attrezzature medico-sanitarie, personale qualificato e apparecchiature di disinfestazione. Che dire, se non “grazie alleati!”.4,5
Cercheremo di tenerlo bene a mente. Speriamo.
Perdonatemi il sottile tono ironico, d’altronde fa il paio con l’incancrenita ipocrisia cui ci siamo abituati, che viene tristemente fuori in tutta la sua follia quando assistiamo ad infelici e para-comici ringraziamenti, da parte di esponenti politici e cariche dello Stato, nei confronti dell’Europa perché, dicono, “senza il loro aiuto (.. eh no), non ce la faremmo mai”. E per essere certi fino alla fine di tenere il punto, ci mancherebbe, si tengono alla larga dal ringraziare pubblicamente chi ha fin qui mandato un aiuto di qualche tipo: Cina, Cuba e Russia.
Poche ore fa, il senatore russo, Aleksey Pushkov, su Twitter, ha scritto: “Le autorità polacche non hanno concesso lo spazio aereo nazionale ai velivoli militari da trasporto russi con a bordo gli aiuti destinati all'Italia per fronteggiare l'emergenza coronavirus.”
“La Polonia non ha lasciato passare attraverso il proprio spazio aereo i velivoli di trasporto russi con a bordo gli aiuti destinati all'Italia per contrastare la pandemia di coronavirus. È una cattiveria a livello di politica governativa. Inoltre gli aiuti erano destinati ad un Paese alleato della Polonia all'interno della Ue e della NATO”.6
Toni propagandistici? Sarà, ma è un dato di fatto che le “diplo-clearence” (ovvero sia le autorizzazioni al sorvolo) siano state negate, come lo è il fatto che siano stati mandati aiuti da parte russa.
E i fatti, fino a prova contraria, contano più delle parole. Tanto più nel dominio cognitivo dell’Information Warfare, dove, si sa, vince sempre chi usa la narrativa più attinente alla realtà tangibile.
AGGIORNAMENTO SULLA VICENDA
La risposta polacca al tweet del senatore russo Aleksey Puskhov non si è fatta attendere.
Ricapitoliamo cosa è successo
Il 23 marzo, gran parte di analisti con accesso ad informazioni governative, così come tanti degli utenti più abili nella ricerca “open source”, avevano notato quanto strana fosse la tracciatura radar degli Ilyushin russi, che stavano trasportando i carichi di aiuti sanitari e personale qualificato per l’Italia (immagine apertura).
Al giorno d’oggi, eseguire un “flight tracking” da chiunque abbia tempo da investire (e una cinquantina d’euro al mese, se si vuole avere più dettagli) non è più impossibile. Flight Radar 24, Radar Box 24, Flight Aware, ADS-B Exchange sono i siti più usati e attendibili in tal senso.
Da come si può osservare, l’itinerario dei cargo russi ha effettivamente disegnato una curvatura obsoleta relativamente alla destinazione finale, tagliando fuori quasi interamente gran parte d’Europa.
ALEKSEY PUSKHOV E LA RISPOSTA POLACCA
Alle 20.07 del 23 marzo, tramite un tweet sul proprio profilo, un prominente esponente politico russo nonché presidente della Commissione del Consiglio sulle politiche dell’Informazione, Aleksey Puskhov, ha accusato la Polonia di aver negato il sorvolo degli aerei cargo russi diretti in Italia.
Il botta e risposta da parte polacca non si è fatto attendere.
In tarda mattinata del 24 marzo e sempre tramite Twitter, il Ministero degli Esteri polacco ha replicato di non aver mai ricevuto una richiesta ufficiale di diplo-clearance da parte russa, etichettando, quindi, la notizia come una fake news.
IL TWEET RIMOSSO
Ad aggiungere sale sull’accaduto, nella serata di oggi, 24 marzo, il tweet sul profilo dell’esponente politico russo (foto) è stato rimosso per qualche motivo, gettando nuove ombre sugli screzi diplomatici in corso tra i due paesi.
6 https://twitter.com/Alexey_Pushkov/status/1242166190711111683
Immagini: web