Negli ultimi giorni si è riacceso il conflitto nel Somaliland disseminando vittime e profughi sul territorio.
Nelle ultimissime ore il governo del Somaliland ha dichiarato che le truppe del Puntland hanno lanciato un attacco contro il proprio esercito nella regione di Sol. Le forze del Somaliland ieri si sono spostate dalle loro basi a Las Anod e dalle linee del fronte di Tukaraq al fine, secondo quando afferma il governo, di negoziare e proteggere la popolazione1.
Durante la prima settimana di febbraio almeno 38 persone sono state uccise e più di 130 ferite dopo due giorni di combattimenti nella città di Las Anod, nel Somaliland orientale. Tra il 6 ed il 7 febbraio anche il Las Anod General Hospital, il principale centro medico della città, è stato investito da quattro incendi la cui causa pare siano stati dei colpi di mortaio. Si stima che fin’ora le vittime siano circa 100 e gli sfollati ottantamila come dichiarato da Adam Abdelmoula, vice inviato speciale delle Nazioni Unite per la Somalia.2
Le due parti in campo si accusano vicendevolmente sull’inizio degli scontri.
Dal 6 febbraio, ci sono stati pesanti combattimenti nella città somala settentrionale di Las Anod tra le truppe della regione separatista somala del Somaliland e le milizie locali del clan Dhulbahante nel nord della Somalia3.
La città di Las Anod è contesa tra Somaliland e Puntland, una regione semi-autonoma della Somalia, ma gli anziani locali del clan Dhulbahante hanno respinto entrambe le affermazioni, dichiarando che intendevano stabilire un nuovo stato all'interno della Somalia federale, sollecitando le forze del Somaliland a lasciare la regione. Il Somaliland ha accusato il Puntland e quest’ultimo ha negato di inviare combattenti per unirsi alle milizie che combattono le forze del Somaliland.
Il clan Dhulbahante vive nelle regioni di Sool, Sanaag e nel distretto di Buuhoodle nella regione di Togdheer, tutti contesi tra il Somaliland e il Puntland.
Il Somaliland rivendica i confini del vecchio protettorato britannico del Somaliland che si è fuso con quello che era noto come Somaliland italiano nel 1960 per formare la Somalia.
L'attuale sconvolgimento a Las Anod è iniziato il 26 dicembre, quando un politico dell'opposizione locale, Abdifatah Abdullahi Abdi, è stato assassinato da ignoti, scatenando proteste antigovernative in tutta la città.
Lunedì scorso gli anziani locali del clan locale hanno dichiarato la loro intenzione di tagliare i legami con la repubblica separatista del Somaliland e ricongiungersi alla Somalia. La dichiarazione affermava che i territori fanno parte della repubblica federale della Somalia e rappresentano l'unità e l'integrità della Somalia.
Il governo del Somaliland ha respinto la dichiarazione ed ha dichiarato che le sue forze di sicurezza stanno combattendo gruppi terroristici internazionali che hanno pianificato di creare insicurezza e instabilità a Las Anod. Gli anziani di Las Anod hanno controbattuto di non essere terroristi ed hanno esortato il Somaliland a ritirare i suoi militari.
Le milizie locali stanno combattendo per impedire a tre regioni dal Somaliland di ricongiungersi alla Somalia. Las Anod è la capitale della regione di Sool, che insieme alle regioni di Sanaag e Cayn sta lottando per ritirarsi dal Somaliland ed essere governata dalla Somalia.
Il presidente della Somalia Hassan Sheikh Mahmoud ha esortato il Somaliland a negoziare con gli anziani tradizionali di Las Anod. I partner internazionali della Somalia hanno appoggiato la richiesta dichiarandosi preoccupati per l’escalation.
L'odierna Repubblica del Somaliland ha dichiarato la propria indipendenza dalla Somalia il 18 maggio 1991 ma non ha ancora ottenuto il riconoscimento internazionale.
Nel giugno 1960, dopo oltre sette decenni come protettorato britannico, il territorio ottenne l'indipendenza dalla regina Elisabetta II. Un tempo una delle cinque entità somale che miravano a unirsi sotto un'unica bandiera, fu l'unico territorio somalo a unirsi effettivamente alla Somalia italiana, cosa che fece appena cinque giorni dopo aver ottenuto la propria indipendenza.
Dopo il crollo del governo somalo nel 1991, il Somaliland ha annunciato lo scioglimento dell'unione del 1960 con la Somalia, ma la sua dichiarazione di indipendenza deve ancora essere riconosciuta da un solo membro delle Nazioni Unite. Dopo essersi autoproclamata Repubblica indipendente del Somaliland ha seguito un percorso diverso da quello della Somalia meridionale. Mentre il crollo del regime di Siyaad Barre ha fatto precipitare il sud nella guerra civile e, in un conseguente vuoto istituzionale, il Somaliland ha intrapreso un periodo di crescente stabilizzazione politica e crescita economica.
Non è chiaro come il governo federale somalo risponderà alla mossa del Somaliland di cercare il riconoscimento internazionale come paese indipendente. Dal 2012 diversi cicli di colloqui sulla possibile unificazione non sono riusciti a raggiungere una svolta.
L’area del Corno d’Africa suscita molto interesse per stati come Regno Unito e Stati Uniti d’America. Il primo, tra il 2013 e il 2020, ha fornito ad Hargeisa assistenza alla sicurezza nell'ambito di un quadro antiterrorismo che includeva aiuti finanziari e formazione per l'Unità di reazione rapida (RRU) del Somaliland finanziando, inoltre, la costruzione di un'accademia di formazione della polizia nel 2019.
Gli Stati Uniti si sono interessati a collaborare con il Somaliland, con l'obiettivo di creare un centro militare nella città portuale settentrionale di Berbera. Ricordiamo lo svolgimento dell’esercitazione "Justified Accord 2023" (foto), la più grande esercitazione militare annuale dell’Africa orientale guidata dal comando della dalla task force dell’Europa meridionale dell’esercito americano. Circa 1.000 uomini coinvolti in vari eventi, principalmente a Nairobi e Isiolo, in Kenya, in Uganda, Gibuti e Somalia.
Diverse unità schierate dall'esercito degli Stati Uniti tra cui la 173rd airborne brigade, la 2nd security forces assistance brigade, il 720th explosive ordnance disposal detachment ed il 352nd civil affairs command.4
1 bbc.com
2 lemonde.fr
3 iol.co.za
Foto: U.S. Army / Nicolay Sidorov