Migliaia di morti e mutilati fra i militari russi solo sul fronte di Kiev

(di David Rossi)
19/03/22

Quanti sono i morti fra le truppe russe in Ucraina? Difficile dirlo: sappiamo solo i nomi di cinque generali - probabilmente, su sette effettivamente uccisi - e di numerosi alti ufficiali che hanno perso la vita in combattimento. Dal momento che i vertici dell’armata di Putin dal 24 febbraio muoiono in proporzione più che in tutte le guerre russe del XX secolo, è facile dedurre che le truppe non possano vedere la morte meno da vicino di chi le guida.

Dato che dal 2 marzo il Ministero della Difesa tace, dopo aver rivelato comunque un numero cospicuo di morti (vedi articolo), e Putin parla rabbiosamente di “speculazioni sulle perdite militari”, non abbiamo che le stime di parte occidentale e ucraina a cui appoggiarci ma correttezza preferiamo cercare qualcosa vicino al vero da soli.

Per nostra fortuna, dalla vicina Bielorussia trapelano un po’ di informazioni che ci aiutano ad orientarci e in quel Paese non è ancora calata una cappa impenetrabile per i media come nella Federazione russa (vedi articolo).

A quanto pare gli ospedali delle maggiori città del Sud del Paese sarebbero al collasso “peggio che ai tempi del COVID” per l’arrivo senza sosta di soldati e ufficiali di Mosca bisognosi di interventi chirurgici e trattamenti urgenti. Ormai le amputazioni di arti e gli interventi salvavita sarebbero eseguiti "senza interruzioni". Deutsche Welle ha incontrato chirurghi che hanno dovuto amputare gli arti di decine di soldati russi in due o tre turni consecutivi, quasi senza sosta.

Un medico, garantito dall’anonimato, ha riferito al Daily Mail che “non ci sono abbastanza chirurghi. In precedenza, i cadaveri venivano trasportati dalle ambulanze e caricati sui treni russi. Dopo che qualcuno ha girato un video a riguardo ed è finito Internet, i corpi sono stati caricati di notte per non attirare l'attenzione”.

Una dottoressa di Mazyr ha riferito a The Times of Israel a meno di una settimana dall’inizio della guerra che c’erano code di autobus con i vetri oscurati, carichi di feriti dall’Ucraina.

Da inizio marzo, vale a dire più di due settimane fa, a causa dell'enorme numero di soldati russi feriti da curare, sono stati cancellati tutti gli interventi e i ricoveri nelle città del sud della Bielorussia, creando molto malumore fra la popolazione.

La Fondazione di solidarietà medica bielorussa ha confermato a Deutsche Welle che tutti gli ospedali sono sotto stretto controllo: "Ci sono dipendenti dell'FSB nello staff. Tutti gli edifici sono sotto sorveglianza. Molti medici, che in teoria avrebbero potuto dire qualcosa, sono stati rimossi dagli ospedali e sostituiti da russi”. Va da sé che il personale medico, infermieristico e amministrativo locale è troppo terrorizzato per raccontare le storie dell’orrore che accadono ogni giorno fra corsie e sale operatorie. A un certo punto, nei giorni scorsi sono entrati in servizio dei treni speciali per il trasferimento dei feriti in Russia.

Intanto, nelle regioni bielorusse al confine con l'Ucraina, gli abitanti riferiscono di una marea crescente di cadaveri e militari orribilmente mutilati spediti fuori dall'Ucraina e poi inviati altrove per ulteriori cure o sepoltura. Fino a una settimana fa, più di 2.500 cadaveri di soldati sarebbero già stati trasferiti da Gomel alla Russia: se considerate che da quelle parti possono arrivare solo i feriti e i morti dalla famosa / famigerata colonna di 64 km che a inizio marzo era scesa proprio da qui in direzione di Kiev ed è stata in gran parte disgregata o distrutta dai resistenti ucraini, capite che - con almeno altri quattro fronti aperti a est e al sud dell’Ucraina - forse una stima a metà fra quella di Washington e quella di Kiev, cioè di almeno 10.000 morti russi in tre settimane e mezzo di guerra non appare irrealistica. Per capirsi, nella prospettiva di una durata di un anno, equivale a oltre 140.000 morti, praticamente un intero esercito.

Perché muoiono? Perché infuria un combattimento feroce, ma anche e soprattutto perché la lunghezza e la profondità dei fronti non consentono un agevole soccorso dei feriti. Insomma, muoiono per gli errori di pianificazione strategica di Putin e dei suoi alti comandi.

Francamente, anche a voler dimezzare le perdite rispetto alle nostre stime, cioè a immaginare meno morti di Mosca di quanti prospettati dagli Americani, c’è da domandarsi quanto sia la resilienza delle forze armate russe rispetto a un numero, comunque, non sostenibile di perdite, fra morti e feriti, per qualunque forza armata nel XXI secolo: di certo, i soldati di Mosca non avevano fatto le esercitazioni per tutto questo e per quanto uno strumento militare sia forte non dovrebbe, in una prospettiva razionale, vincere e autodistruggersi allo stesso tempo.

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