Non c’è solo l’Ucraina. La “guerra” russo-giapponese che nessuno vi racconta

(di David Rossi)
17/02/22

La tensione monta in estremo oriente fra la Federazione russa e il Giappone, la cui reazione alla crisi russo-ucraina ha scioccato Mosca al punto da avviare le più imponenti manovre militari della storia russa nelle acque davanti al Mare del Giappone.

Tokio, a differenza di Roma e Berlino, non nasconde preoccupazioni che non sono di natura economica, ma geopolitica: se le nazioni democratiche non dovessero adottare una linea dura nell’ipotesi che la Russia invadesse l'Ucraina, allora altri, come la Cina, sarebbero incoraggiati a prendere il controllo degli Stati vicini: "Se succede qualcosa al confine con l'Ucraina, quel risultato potrebbe influenzare i calcoli di altre nazioni in Asia", ha detto il ministro degli Esteri Yoshimasa Hayashi in un'intervista. “Dobbiamo essere molto compatti su questo tema”. Ha, poi, mandato un messaggio a Vladimir Putin, sostenendo che il Giappone desidera un accordo con la Russia, ma anche che la sovranità nipponica si estende alle quattro isole Curili occupate da Mosca nel 1945 e chiamate ancora in Patria “isole del Nord”.

“Intendiamo - ha proseguito - portare avanti negoziati permanenti sulla base della nostra posizione fondamentale, che è il desiderio di concludere un accordo di pace dopo che verrà risolta la questione territoriale". Come se questo non bastasse, il Giappone, inoltre, ha preso a dirottare alcuni carichi di gas naturale liquefatto acquistati in Medio Oriente verso l’Europa in segno di solidarietà politica.

Chi si interessa di geopolitica sa che la Russia (e l’ex URSS di cui Mosca è erede di diritto) e il Giappone non hanno mai firmato un trattato di pace dopo la Seconda guerra mondiale.

Chi segue le cronache internazionali è a conoscenza del fatto che la diplomazia russa ha più volte offerto progetti di grande appeal economico in cambio del riconoscimento di una situazione di fatto. Chi conosce la storia giapponese e russa, si rende conto che quel trattato di pace non ha molte probabilità di essere concluso.

Tokio, in un recente passato, non ha chiesto vantaggi economici nell’ipotesi in cui la Russia non acconsentisse alla restituzione delle “isole del Nord”, ma… una dichiarazione di scuse per aver occupato vigliaccamente e proditoriamente le isole Curili. Cosa che la Russia, che ha decine di questioni aperte con i Paesi confinanti - e non solo - in mezzo mondo, non concederà mai e poi mai.

Eccoci, quindi, al punto iniziale: questo mese Mosca ha schierato una flotta navale di 24 navi da guerra in acque vicine all'arcipelago giapponese, una mossa che il governo giapponese ha visto come uno spinoff dell'escalation delle tensioni internazionali tra Russia e Ucraina.

"I militari russi - a detta del ministro della difesa nipponico Nobuo Kishi - stanno intensificando la loro attività in Oriente e in Occidente per mostrare la loro forza. Infatti, un'esercitazione militare su larga scala da parte dell'intera flotta navale russa in questo periodo dell'anno è estremamente insolita". Giocando sulla rivalità cinese con il Giappone, Mosca, come scritto nel Japanese Defense Paper 2021 - dimostra sempre più la “tendenza all'aumento dell'attività delle forze armate russe nelle vicinanze del Giappone, …e a dispiegare le più moderne attrezzature nella regione dell'Estremo Oriente”.

Così, mentre Tokio protesta per l’ulteriore schieramento di forze militari nelle isole Curili e Mosca mostra i muscoli anche nel Pacifico, il mondo sta a guardare quello che succede attorno all’ennesimo conflitto non risolto ai confini dell’ex impero russo.

Foto: MoD Fed. Russa / Japan Maritime Self-Defense Force