Sul nord della Siria calano il freddo e la neve. Nell’area montuosa alle spalle di Aleppo l’inverno comincia a pungere forte e il cambio di clima ricade sui colori che fanno da sfondo ai campi di battaglia. Al giallo ocra dei combattimenti nelle aree desertiche, si sostituiscono via via le immagini di montagne bianche sporcate dai resti degli scontri armati.
È un rituale che va avanti da 6 anni ormai.
Proprio tra i rilievi aspri che portano ad Al Bab, meno di 50 km a est di Aleppo, infuria in queste ore la battaglia tra milizie filoturche appoggiate dall’esercito regolare di Ankara e reparti armati dello Stato Islamico.
L’uso ripetuto di attacchi messi in atto con autobomba da miliziani suicidi del Califfato sta infliggendo gravi perdite all’esercito turco e alle milizie alleate. Di queste ore la notizia che nel frettoloso ritiro dai sobborghi occidentali di Al Bab ancora in mano all’ISIS, le forze turche avrebbero perso due carri Leopard 2, in dotazione alle truppe di Scudo dell’Eufrate. I carri, parte dello stock di 300 arrivato dalla Germania nel 2005, sarebbero ora in mano ai miliziani del Califfato. La velina, diffusa da agenzie vicine ai fondamentalisti, non sarebbe stata smentita dal Comando turco.
Fin dal 24 agosto, data d’inizio della campagna militare in Siria, l’impegno dei reparti corazzati turchi è sembrato particolarmente gravoso. La grande diffusione di armi anticarro già in molte occasioni ha reso difficile la vita agli M60T, versione moderna turco-israeliana dei vecchi M60 americani, largamente impiegati dall’esercito di Ankara. Proprio di pochi giorni fa la notizia del primo Leopard 2 distrutto con un missile TOW dai miliziani dello Stato Islamico.
Ciononostante la guerra di manovra intrapresa nel nord della Siria, pare non poter prescindere dall’uso di forze pesanti. Lo lascia intendere lo Stato Maggiore turco, che per l’occasione precisa che i Leopard schierati sono in dotazione esclusiva alle proprie forze e non ai miliziani alleati.
(foto: Türk Kara Kuvvetleri)