Il 2017 nello Yemen è iniziato all’insegna della guerra. Nonostante il cessate il fuoco dichiarato per questioni umanitarie, le operazioni belliche continuano senza sosta.
Le milizie houthi negli ultimi giorni hanno messo a segno colpi importanti contro le forze della Coalizione, infliggendo significative perdite alle truppe saudite.
Notizie dell’ultim’ora parlano di attacchi missilistici nella provincia saudita del Najran, nei pressi della località di Al Khadra.
Il 12 gennaio, nella provincia dello Jizan, angolo sudoccidentale dell’Arabia lungo le coste del Mar Rosso, la base militare di Al Muntazah sarebbe stata evacuata dall’esercito di Riad dopo un intenso martellamento di artiglieria da parte delle milizie yemenite sciite. L’uso massiccio dei missili Qaher, ex arma antiaerea russa riadattata nello Yemen per obiettivi a terra, si sarebbe dimostrato ancora una volta letale per le truppe della Coalizione.
Parlare di "guerra nello Yemen" a questo punto sembra riduttivo. Il teatro delle operazioni militari riguarda sempre più spesso il territorio dell’Arabia Saudita, con un coinvolgimento totale delle provincie a ridosso del confine meridionale, ormai fuori controllo.
Le operazioni di terra più massicce continuano però a riguardare lo Yemen, dove nel complesso la musica non cambia.
Sarebbe finito in un fallimento totale il tentativo saudita di bonificare la parte interna del Governatorato di Taiz, per raggiungere la città costiera di Dhubab. Fonti locali parlano di decine di soldati di Riad e mercenari uccisi nella prima settimana di gennaio. Nel corso dell’operazione, le milizie houthi, appoggiate dai reparti della Guardia Repubblicana fedeli all’ex presidente Saleh, avrebbero ucciso un generale di Brigata saudita (la notizia non è stata però confermata da Riad).
La città di Dhubab fa parte del territorio che si affaccia sullo strategico stretto di Bab Al Mandab sul Mar Rosso, saldamente in mano ai ribelli. Il controllo dell’area è il principale obiettivo delle forze sunnite, che però continuano ad arrancare.
Come ormai è consuetudine, la risposta militare principale dei sauditi è affidata ai cacciabombardieri. Grazie ad un’indiscussa superiorità aerea, i jet reali martellano incessantemente obiettivi strategici. A farne le spese nelle ultime settimane sono state in modo particolare la capitale Sana’a e il Governatorato di Saada a ridosso del confine con l’Arabia. Si continuano a registrare numerose vittime civili e incalcolabili danni alle infrastrutture del Paese.
(foto: yemeni press)