Possiedono un’organizzazione operativa al pari di una forza armata, molto denaro e consenso popolare che si traduce in scelte politiche favorevoli alle loro attività. Un mix di condizioni che rende difficile la loro estirpazione. Sto parlando dei Narcos messicani che operano sul territorio dell’America latina e nei tanti villaggi dove sono considerati una vera e propria istituzione più credibile di quella ordinaria. Un concetto mafioso che incute timore e omertà, capace di dare risposte alla popolazione più disagiata in cambio di collaborazione e assoluta reverenza. Chi va contro corrente è semplicemente fatto fuori.
Per i Narcos non esiste il problema denaro in quanto la produzione di cocaina e il suo commercio sono remunerati con valige piene di dollari; un’organizzazione para-militare ben fornita e sempre all’erta. L’utilizzatore della sostanza non ha un identikit, la richiesta globale è enorme e c’è da chiedersi se tutto questo alla fine non faccia comodo.
Possono pianificare di perdere un intero carico per farne passare uno molto più abbondante confidando in collaborazioni malavitose a libro paga anche nelle istituzioni. Sono organizzazioni che si sono adattate al cambiamento del mercato globale e, in Messico, sfidano la polizia con elaborazioni blindate dei veicoli tradizionali.
I blindati
Anche se i veicoli per il trasporto di grandi quantità di cocaina seguono percorsi diversi rispetto al traffico abituale, il rischio di finire intercettati dalla polizia e dell’esercito regolare è molto alto. I veicoli prescelti per modificarne la struttura esterna sono prevalentemente dei pick-up e autocarri – Toyota, GMC e Ford – con elevate potenze, comunque elaborati nella pressione della sovralimentazione.
Servono 70 giorni per mascherare un veicolo e renderlo un Monster Truck capace di resistere ai proiettili della polizia o agli sbarramenti sulla strada. Nelle officine sorte in aree sperdute oppure in esercizi compiacenti, serve il lavoro di sei operai per allestire un mezzo secondo gli standard che il cartello di turno ritiene più congeniali. Meccanici, motoristi e saldatori installano piastre d’acciaio oblique sulle fiancate, torrette e addirittura vetri e pneumatici anti proiettile. Come sui blindati “ordinari” sono creati degli spazi per le bocche di fuoco, dalle quali è possibile rispondere sparando con i fucili mitragliatori e Rpg. Questo è quello che racconta Jorge Septién esperto di balistica e armamenti di Città del Messico.
Caratteristiche
I cartelli non sono molti ma si suddividono in diverse “famiglie” che, a loro volta, si distinguono per etica, spazi di mercato e settori nella fornitura di cocaina, usano una sorta di Stan Ag. Cioè una firma sui loro mezzi mascherati e verniciati in livrea militare mimetica in modo da renderli difficili da intercettare nelle foreste e soprattutto da distinguere dai mezzi militari ufficiali.
La polizia li chiama narcotanques o rinocerontes e per realizzare un camion i costi per i cartelli si aggirano intorno ai due milioni di pesos, 117 mila dollari. Il risultato finale deve incutere anche soggezione per le dimensioni imponenti, facendo capire il grado di “potenza” che possiede la specifica famiglia del malaffare.
L’uso dei mezzi blindati testimonia probabilmente un cambio di strategia dei narcos i quali, fino a un decennio fa, seguivano preferibilmente altri canali per il trasferimento dello stupefacente. La militarizzazione dei cartelli segue il coinvolgimento di unità militari nel mercato illecito anche come consulenza per l’appropriata blindatura dei veicoli. Sull’attenzione ai particolari nella modifica delle piattaforme civili il “Small Wars Journal” riporta che: tali veicoli corazzati superano di gran lunga gli armamenti standard della polizia messicana. L’affermazione viene da una fonte autorevole, Romain Le Cour Grandmaison, esperto presso la GI-TOC, l’Iniziativa globale contro il crimine organizzato transnazionale.
Un mercato fiorente di blindate
Abbiamo parlato di guida operativa spiegando delle tecniche di comportamento e la condizione psico fisica degli operatori a bordo. Una cosa è certa quando ti trovi sotto il fuoco nemico magari di grosso calibro: devi immediatamente muoverti non confidando nella resistenza temporale delle blindature. Già da diversi anni il tasso di criminalità in Messico ha imposto agli uomini d’affari, politici e imprenditori di noleggiare autovetture protette o addirittura di acquistarle. Un contesto dove si può blindare quasi qualsiasi veicolo, anche una fiammante Ferrari o Porsche.
L'80% dei noleggi di veicoli blindati sono riservati al settore privato mentre per quelli di proprietà, oltre al loro costo originale, le cifre di allestimento partono dai 30.000 sino ai 100.000 dollari. La differenza sostanziale è nel livello di protezione associabile al modello specifico di veicolo. Tuttavia la sicurezza raggiunta non sarà mai pari a vetture già blindate in catena di montaggio come Mercedes S Guard, Audi A8 L Security (c’è anche Q8), Jaguar XJ Sentinel o Range Rover. Fra le classificazioni rientrano le più “leggere” B4 che offrono solo un senso di sicurezza maggiore ma, a Città del Messico, si spara anche con il calibro 50 e si usano esplosivi. Quindi l’ideale sarebbe un livello nettamente superiore, il B6 il più ricercato, o B7.
Stando alla stampa la percentuale di probabilità di uscire indenni da un attentato in Messico non è molto incoraggiante. Ad hoc sarebbero i blindati militari prodotti però solo per gli stati e non per i privati cittadini. In America latina nelle pubblicità televisive sono promossi in opzione a quelli tradizionali, anche gli autoveicoli blindati.
Bilanci e faide
La guerra provocata dalla droga conta, tra feriti, morti, scomparsi e sfollati, cifre da record. Nessuna guerra fra gruppi criminali ha mai fatto numeri simili colpendo giornalisti, istituzioni e apparati dell’ordine e della sicurezza come avviene in America Latina.
Sono stati 235.000 gli omicidi per droga dal 2006 al 2017, 33.000 nel 2018 gli omicidi generici e, mille in più nel 2019: 94 morti al giorno, uno ogni quarto d’ora. I numerosi mezzi blindati dei narcos sono equipaggiati di armi corte e lunghe, fucili mitragliatori, granate e ordigni esplosivi simili a quelli usati in Iraq.
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Fonte: dnyuz.com