Oggi si è tornati a parlare di biciclette valorizzandone soprattutto la versatilità nell’ambito di una squadra in perlustrazione. Il sentore è che si tratti di un “concetto importato” da realtà militari con disponibilità economiche nettamente superiori all’Italia, ma, come vedremo, ci sono aspetti sorprendenti nelle due ruote moderne: le e-bike.
È innanzitutto da capire se realmente abbiamo la necessità tattica di prendere in forza nuove aliquote di veicoli quando la copertura finanziaria di cui dispone il nostro esercito spesso non permette la manutenzione ordinaria dei mezzi già presenti, delle infrastrutture in uso al personale e molto altro ancora. Senza dimenticare che il concetto di esercito europeo è ancora un’incognita.
Royal Australian Armoured Corps
All’interno del prestigioso corpo dell’esercito australiano è inserito il reggimento Queensland Mounted Infantry, tra i primi a credere nel ritorno tattico delle due ruote all’interno delle fanterie.
Al light horse regiment i militari australiani hanno testato con buoni risultati le e-bike con alta potenza e pochi di loro, viste le prestazioni, le considerano "biciclette".
Il primo vantaggio nell’utilizzo tattico è la silenziosità, al quale si aggiunge la capacità di alzare meno polvere sullo sterrato risultando molto meno visibili oltreché in grado di eludere i sensori di calore.
Possiamo tornare a chiamarle biciclette motorizzate, come avveniva anche in Italia all’inizio del secolo scorso, se consideriamo le prestazioni dichiarate: la velocità è superiore di quella di un ciclomotore e si attesta a 80 km/h grazie a un motore da 6,2 Kw, che permette la pedalata e l’uso di un cambio ciclistico a 9 marce. Non è stato fornito il nome del modello di questa e-bike, sembra però trattarsi, secondo la notizia, della società australiana SEB, Stealth Electric Bikes.
I pesi totali con batteria da 2kw sono contenuti in 50 kg e l’autonomia con una sola ricarica è di 100 km. Per quanto riguarda il rumore, a una velocità di 50 km/h i decibel rilevati sono pari a 651.
Curiosità: Il ciclomotore Piaggio Ciao di cui vennero venduti più di 3,5 milioni di unità, con la sua miscela al 2% e quasi due litri di pieno, faceva i 70 km/l, percorrendo in totale 140 km, un quarto in più della e-bike testata in Australia, davvero una buona autonomia!
Dal Caballero alle e-bike
La Fantic Motor è uno storico nome che nasce nel ’68 a Barzago in Brianza, un’altra icona lombarda che inizia questa volta con la produzione di motori comprendendo successivamente l’importanza e l’utilità della bicicletta. Un nome che si è distinto molto nelle competizioni di trial mentre, rimanendo sul classico, è stato il Caballero ad entusiasmare i giovani del periodo nelle sue due cilindrate da 50 e 125 cc a 6 marce. Chissà quanti ricordi susciterà in molti lettori questa rievocazione!
Dal 2003 le vicissitudini hanno voluto il trasferimento dell’azienda e della proprietà a Treviso e il suo logo è accorciato in Fantic; ad ampliarsi sono stati invece gli obiettivi di uno storico marchio che non vuole più soltanto guardare all’endotermico. Sono infatti la propulsione elettrica e le sue e-bike che hanno interessato anche l’Esercito.
I tester sono gli alpini
A marzo 2021, presso l’area addestrativa del 6° reggimento alpini di Villa Bassa (BZ), alla presenza del comandante delle Truppe Alpine dell’Esercito Italiano gen. Claudio Berto e del dott. Luca Andreoli direttore generale di Difesa Servizi, e dell’ing. Mariano Roman amministratore delegato di Fantic Motor, sono state consegnare n. 9 biciclette a pedalata assistita e-bike.
L’obiettivo riservato alle brigate alpine Julia e Taurinense è di completare una sperimentazione per comprendere le caratteristiche e l’efficacia nell’impiego tattico “effectiveness”. Si potrebbe fare dell’ironia chiedendo dove attaccare la spina di ricarica nel bosco, ma grazie ai test dei militari australiani comprendiamo l’importanza strategica di questa soluzione.
La mobilità elettrica ha risvolti interessanti anche negli impieghi eccezionali e i test nelle condizioni ambientali peggiori (il freddo per la batterie), servono proprio per capire il ruolo da assegnare ai silenziosi veicoli. C’è anche da aggiungere che lo stesso U.S. Army è precursore del ritorno alla bicicletta pieghevole usata dai paracadutisti americani a cui, udite udite, si aggiunge nel 2020 la sperimentazione per un monopattino tattico a 4 ruote motrici – autojosh.com - con potenze sino ai 18 kW in grado di trasportare 200 kg e trainare un rimorchio di piccole dimensioni.
Rimanendo negli USA già nel ‘44, seppur con motore endotermico venne prodotto l’Airborne Infantry Scooter, il Cushman 4 valvole e un cilindro da 242 cc. da 40 miglia all'ora (65 km/h), il primo scooter militare.
Sui test il generale Berto sostiene: “Le Truppe Alpine hanno nella mobilità uno dei punti che sostanziano le capacità di affrontare le difficoltà di operare in un ambiente sfidante ed altamente selettivo quale quello montano. Il movimento appiedato e su sci seppure insostituibile in molte circostanze è solo una delle possibilità; la tecnologia, la viabilità forestale, e le esperienze di atleti ed appassionati delle due ruote su sentieri e sterrati ci ha aperto la dimensione Mountain Bike rendendo possibile e plausibile un impiego militare delle e-bike anche in quei luoghi che fatica e pendenze rendevano inaccessibili”2.
Dai bersaglieri ciclisti al mulo meccanico e ancora alla bici
Abbiamo iniziato la serie “L’Esercito su 2 ruote” con i primi ciclomotori per altro molto scomodi, che gradualmente hanno soppiantato le biciclette dei bersaglieri contribuendo però a motorizzare la forza armata. Poi, in contesti tattici assolutamente non paragonabili alle strategie belliche del 2022, si è cercato di mandare in congedo i buoni e fedeli muli sostituendoli con il pesante e per molti versi fallimentare triciclo mulo-meccanico.
Oggi con le e-bike si potrà ritornare alle origini della mobilità collettiva di plotoni specialistici? Forse sì, e sarebbe considerata un’evoluzione seppur mal digerita da qualcuno che ritiene che in termini di mezzi molto più specialistici e versatili le priorità della forza armata potrebbero essere altre. Solo per fare un esempio: trovare risorse per le riparazioni…
Gli alpini, un’élite
L’evoluzione del 4°corpo d'armata alpino e la costituzione del comando truppe alpine sono da sempre sinonimo di dinamismo, fatica e abilità nei territori più ostili, qualità che rendono gli alpini polivalenti in diverse aree d’impiego, non solo quelle montane. Il loro programma addestrativo risulta tra quelli più fitti della forza armata e tra questi ci sono le sessioni di guida fuoristrada con veicoli ad alta mobilità, 4x4, 6x6, 8x8, ATV e Quad. Il 6° regimento alpini ha da tempo stipulato un importante accordo quadro di collaborazione e scambio di esperienze con Academy 4x4 di Trento, una rinomata scuola di pilotaggio che si propone come obbiettivo l'alta formazione e la sicurezza nella guida di veicoli ad elevata mobilità.
Extra light l’evoluzione della motocicletta?
I quad con trazione integrale inseribile rappresentano di per sé una buona scelta per gli spostamenti e le perlustrazioni, e qualche esperto di questo genere di veicoli sostiene: il quad non è pericoloso per il quaddista, ma lo è il quaddista per il quad. Tuttavia la pericolosità del quad non è nella sua velocità più bassa rispetto ad un motociclo, ma nell'off road dove bisogna preventivare i cappottamenti che avvengono quasi sempre a bassissime velocità.
Interessanti e molto più stabili, viste le diverse misure di carreggiata e lunghezza, sono i side by side conosciuti anche come SxS o SSV, un vero e proprio UTV (utility terrain vehicle). Ricordano vagamente i veicoli elettrici utilizzati sui campi da golf, ma sono in realtà sorprendenti. Anche loro come sistema di mobilità militare (e civile) arrivano dagli USA, ma le differenze più importanti che li distinguono dal quad sono sostanziali. Oltre ad essere più stabili, sono dei piccoli fuoristrada 4x4 che non si guidano cavalcando la sella, si viaggia invece su un sedile contenitivo, permettendo (e ottimizzando) il trasporto contemporaneo di una squadra fino a 6 militari. Sono protetti da un rollbar e offrono un margine di carico e traino importante a seconda del tipo di allestimento e alimentazione, anche quella elettrica.
Leggi la prima parte "L’Esercito su due ruote: dalla bicicletta alla motocicletta"
Leggi seconda parte "L’Esercito su 2 ruote: la motorizzazione si espande"
Leggi la seconda parte (bis) "L'Esercito su 2 ruote: Il successo delle moto “Palpitando Irrompo"
Leggi la terza parte: "L’Esercito su 2 ruote: ruoli logistici per le moto"
1 fonte: Australian Army Trials Eletric Bike
2 fonte: Agenzia giornalistica opinione
Foto: Esercito Italiano / Australia DoD