Logistica: come la produzione 3D sta rivoluzionando i Marines

(di Gianluca Celentano)
13/02/24

Il corpo dei Marines, cioè la fanteria di Marina degli Stati Uniti, sembra in prima linea su quell’innovazione pratica e tecnica che, a quanto riporta il Force Design, cambierà il concetto di missione e combattimento.

Un rinnovamento necessario per mantenere la Difesa degli Stati Uniti all’apice mondiale, reso possibile dagli enormi investimenti nel settore.

Adattarsi, arrangiarsi e “realizzare” con la tecnologia

Gli attuali spostamenti dei Marines verso la regione dell’Indo-Pacifico impongono di sapersi adeguare alle nuove sfide logistiche sul campo di battaglia moderno. Su questo settore d’importanza strategica è il team Advanced Manufacturing Systems (AMS) a studiare e mettere a disposizione le nuove tecnologie in ambito tattico senza tralasciare nessuna variante, neppure i pezzi di ricambio.

Il buon risultato di una missione passa dall’organizzazione logistica, come recita il manuale Installations and Logistics, quindi, per avere successo sul campo, è necessaria una struttura pienamente integrata con gli obiettivi del Force Design, studiato e costantemente aggiornato grazie all’esperienza sul campo del corpo.

Matt Audette, analista del programma AMS, è convinto che la tecnologia 3D trasferita in zona di guerra rivoluzionerà l’impiego della struttura militare in missione.

Poter effettuare riparazioni o modifiche dei materiali in prima linea rappresenta l’aspetto centrale dell’impiego del 3D. Si evitano le tipiche attese per l’invio dei ricambi, bypassando il rischio di distruzione delle riserve di materiali che indebolirebbe e rallenterebbe l’intera struttura operativa. Inoltre gli ingombri limitati e la versatilità di utilizzo degli apparati 3D rendono più dinamico e reattivo il corpo in qualsiasi scenario di combattimento.

Se manca un particolare?

Robert Davies, responsabile del team AMS, ammette che nelle missioni può capitare di dimenticare qualche particolare in realtà importante e fa un parallelo storico con le procedure ormai superate: "Una volta c'erano due semplici scelte: portare i pezzi o ordinarli. Oggi invece quando qualcosa si rompe, viene fatta una telefonata ai nostri tecnici che, nel giro di un paio d’ ore, producono il pezzo necessario e lo inviano al fronte”.

Secondo un comunicato dei Marines, gli incoraggianti successi dell’impiego del 3D, hanno permesso di realizzare utensili, maschere, ausili per l'addestramento e persino parti di veicoli.

L’adattabilità

Nel giugno 2023 l’attività congiunta fra gli ingegneri della Marina e dei Marines ha dimostrato il potenziale della tecnologia 3D stampando un calco medico durante il volo di un Osprey.

Una rivoluzione che permette anche la creazione di parti di ricambio o modifiche per i veicoli Joint Light Tactical Vehicle.
Matt Audette sostiene che le stampanti a controllo numerico rispecchiano la tecnologia dei paesi alleati quindi non vi è nessuna concorrenza, semmai sinergia, ottimizzazione e costi inferiori. Infatti, con il campo di battaglia adattato alla produzione 3D, sia che i Marines si trovino nelle Filippine o in Giappone l’analogia industriale degli alleati evita altre strade di approvvigionamento, peraltro a rischio di intercettazione.

L’aggiornamento del Force Design è quindi orientato a creare formazioni più piccole, ma meglio collegate quindi più operative anche in termini di produttività. Inoltre è importante sottolineare che questa capacità non è destinata a sostituire le partnership industriali.

Sull’argomento il gen. Eric M. Smith, comandante del Corpo dei Marines, ha dichiarato alla commissione per i servizi armati del Senato: "Dobbiamo fare un lavoro molto creativo per portare avanti la produzione 3D, ogni chilo è importante quando si devono spostare le cose attraverso la distesa del Pacifico".

Foto: U.S. Marine Corps