È stato presentato questa mattina, a Sciacca, in provincia di Agrigento, il ritrovamento del relitto di un aereo Savoia Marchetti affondato il 14 agosto del 1942 mentre cercava di raggiungere l’isola di Pantelleria durante un volo di ricognizione. E’ stato ritrovato dal team Rebreather Sicilia diretto da Santo Tirnetta. “Siamo nel 1942. I punti deboli della Regia Aeronautica erano l'organizzazione e la logistica troppo "burocratizzata" . La Seconda Squadra Aerea viene trasferita in Sicilia, ma può contare su un esiguo numero di aeroplani. Gli aeromobili in dotazione erano affidabili ma rispetto a quelli Alleati risultavano essere antiquati. Solo pochi modelli potevano essere ritenuti alla pari come l'M.C.205, ma tardavano ad essere presi in carico dai reparti di prima linea. Alcuni non saranno mai consegnati per eccessiva prudenza da parte delle alte sfere, perché ritenuto ancora in fase sperimentale. L'industria italiana non era comunque in grado di produrre molti rimpiazzi. La Luftwaffe invece contava su mezzi molto potenti ed efficaci. I tedeschi inviarono in Sicilia la X Fliegerkorps dotata di FW190 e Me109, ma i reparti dovettero pagare un tributo molto pesante. Data la scarsa disponibilità italiana di caccia idonei, i reparti di "109" e "190" subirono moltissime perdite. Il protagonista dei successi dell'Asse sui convogli inglesi è sicuramente il Savoia - Marchetti SM79 "Sparviero". Nelle quotidiane missioni sulle rotte che conducevano i britannici su Malta e in Egitto, lo Sparviero trovò un larghissimo impiego come silurante, bombardiere e ricognitore. I cargo che portavano tutto il necessario per sostenere la difesa dell'isola e i beni di prima necessità non ebbero vita facile contro gli aerosiluranti italiani del 30° Stormo dislocato a Sciacca o gli Sparvieri del 36° Stormo di Castelvetrano”. Di seguito, il racconto del rinvenimento. “Siamo a Sciacca una città a sud della Sicilia, e grazie alla logistica che ha organizzato Santo, partiamo alla ricerca di un aeroporto fantasma costruito da Benito Mussolini nel periodo del secondo conflitto mondiale per le varie missini di bombardamento su Malta e nel canale di Sicilia. Ci accompagna il documentarista Francesco Fauci: il nostro obiettivo è trovare alcuni documenti storici all’interno dalla sala comando dell’aeroporto fantasma che ci potranno dare indizi sulla ricerca di alcuni aerei nei fondali di Sciacca. Dopo alcuni chilometri tra le campagne saccensi, troviamo la sede dell’aeroporto. Dopo aver fatto qualche scatto fotografico alla “nuova sede dell’aeroporto” decidiamo di andare alla ricerca di un pescatore, testimone che potrebbe esserci utile per la ricerca del nostro aereo. Arrivati al porticciolo incontriamo Peppino. Lui il mare del canale di Sicilia lo conosce veramente bene. Ci conferma che di aerei a largo di Sciacca c’è ne sono più di uno, addirittura forse quattro, così ci consegna le coordinate di un aereo a 10 miglia dalla costa di Sciacca. L’indomani mattina partiamo alla ricerca dell’ aereo. Dopo 40 minuti di navigazione arriviamo sul punto suggerito dal pescatore. Cominciamo a scandagliare in modo circolare tutta la zona. Dopo altri 30 minuti di ricerca circolare intravediamo qualcosa nell’ecoscandaglio. Sembra un banco di pesci, ma forse potrebbe essere l’aereo. Ci prepariamo velocemente per l’immersione. Il relitto dovrebbe essere adagiato su un fondale di 40 metri. Raggiungiamo il fondale velocemente, ma il fango ci travolge, la visibilità è di soli venti centimetri. Continuiamo a cercare, quando sbattiamo su una lamiera. Eccolo, è l’aereo. Il Savoia Marchetti che anche l’Aeronautica Militare ha provato a cercare senza risultati. Dopo approfonditi studi, ricostruiamo la storia del velivolo e del suo equipaggio comandato dal tenente Alfonso Battistini, pilota della 56a Squadriglia. Incaricato di perlustrare la zona di mare antistante Pantelleria, decollò quel fatidico 14 agosto del 1942 dall’aeroporto di Sciacca. La sfortuna volle che i caccia Bf 109 del JG 53 Pik Ass, presenti in zona, rientrassero alla propria base per mancanza di carburante, mentre i Macchi 202 dei comandanti Remondino e Fanali risultavano impegnati in azioni contro il naviglio nemico. Gli inglesi con gli Spitfire ed i bimotori Beaufighter dotati di radar, localizzarono il solitario Savoia Marchetti 79 e come degli avvoltoi ci si avventarono contro. Persero la vita il sottotenente pilota Italo Panettoni e gli avieri Dante Zaccardelli, Renato Zinzi ed Enrico Quattrini”. Nella foto da sinistra: Santo Tirnetta del team Rebreather Sicilia, il capitano Cristian Angelillo, in rappresentanza del 37° Stormo di Trapani e Sebastiano Tusa, soprintendente del Mare della Regione Sicilia.
(Foto: team Rebreather Sicilia)