Sono rientrati gli ultimi carabinieri della Miadit Somalia 16 dopo aver ammainato, lo scorso 18 maggio, presso l’accademia della polizia nazionale del Gibuti, la bandiera della missione.
La missione è il risultato di un accordo di cooperazione trilaterale tra lo Stato italiano e quello somalo e gibutiano, ed è volta a favorire la stabilità e la sicurezza del Corno d’Africa, accrescendo le capacità nel settore della sicurezza e del controllo del territorio da parte delle Forze di Polizia somala. Essa è promotrice dell’addestramento delle forze di sicurezza locali tramite formazione al tiro, lezioni sulle tecniche di polizia, investigative ed in materia di salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio culturale; concorre alla creazione di proficue condizioni per la stabilizzazione del territorio.
Iniziata lo scorso gennaio la missione ha visto impegnato soprattutto il personale proveniente dalla 2a brigata mobile (1° reggimento paracadutisti, “Gruppo Intervento Speciale”, 7° reggimento “Trentino Alto-Adige”, 13° reggimento “Friuli-Venezia Giulia”) ed ad altri reparti della linea Territoriale a prevalente impiego nell’attività di controllo del territorio, prevenzione e repressione della criminalità hanno svolto dieci corsi in favore delle forze di polizia gibutiane (Gendarmerie Nationale Djiboutienne e Police Nationale Djinoutienne)
Sono state messe in campo le conoscenze e le professionalità dell’Arma in diversi ambiti da quelli più prettamente militari a quelli specifici di polizia quali antiterrorismo, close quarter battle (cqb), tecniche operati speciali, urban climbing, gestione e tecniche dell’ordine pubblico, controllo del territorio e ricognizione in territorio ostile, lotta alla criminalità organizzata.
Nel corso della missione, gli istruttori dell’Arma hanno formato 80 poliziotti della "Somali Police Force" e 169 tra donne e uomini della Polizia e della Gendarmeria gibutiane.
Gli uomini del GIS hanno formato le unità delle forze speciali della Gendarmeria di Gibuti in materia di Close Protection indottrinando gli allievi all’acquisizione delle tecniche in materia di servizi di tutela e protezione ed affinando le capacità di tiro avanzato. Particolare enfasi è stata posta ai movimenti a piedi e su mezzi in scenari differenziati al fine di sviluppare un adattamento alle più svariate situazioni reali.
Ha avuto luogo, sempre nella caserma Idriss Farah Abaneh, l'11° "Corso di Perfezionamento Ufficiali" e il 12° "Corso Darwish1" in favore della Somali Police Force.
Il fine è quello di implementare le capacità operative necessarie a fronteggiare e combattere in ambienti non permissivi, con elevate capacità di mobilità e protezione le organizzazioni terroristiche che imperversano in Somalia, vedasi il gruppo terroristico di Al-Shabaab.
Nel corso della missione c’è stato anche un incontro, presso il CJTF-HoA, tra il comandante della Miadit Somalia 16 ed il comandante della task force statunitense gen. Zana per confrontarsi sulle attività svolte dai rispettivi militari in terra gibutiana. Come sempre il lavoro dei carabinieri è molto apprezzato dai comandanti americani ed anche stavolta il gen. Zana ha espresso parole di apprezzamento nei confronti della decennale attività di addestramento svolta dall’Arma in quella parte di Africa.
Anche il 9° reggimento d'assalto paracadutisti “Col Moschin” dell’Esercito Italiano ha partecipato alla Miadit 16 con un seminario tenuto dalla propria unità K9 finalizzato ad arricchire alcune tecniche del settore. L’attività ha visto operare il 9° rgt “Col Moschin”, carabinieri e il RAID gibutiano in simulazioni al fine di migliorare le proprie capacità operative in diversi scenari con minacce variabili.
L’11 maggio la missione ha avuto l’onore di ricevere in visita il comandante della 2ª brigata mobile dell’Arma dei carabinieri, generale S. Iasson, in occasione della chiusura dei corsi di questa 16a edizione della Miadit Somalia. Diverse le autorità locali presenti per l’occasione, tra le quali, il capo di stato maggiore della difesa, il capo di stato maggiore della gendarmeria nazionale, i ministri del lavoro, dell’interno. Non è mancato l’intervento dell'ambasciatore italiano in Etiopia e i vari rappresentanti di tutti i contingenti internazionali impegnati nell’area.
L’Arma dei Carabinieri, per la sua natura di forza armata e di polizia, è in grado, come visto, di offrire una variegata offerta formativa non solo nelle missioni di addestramento bilaterali (MIADIT) ma in tutte le altre in cui ogni giorno opera nei diversi teatri operativi. Oltre ai reparti incardinati nella 2a brigata mobile di Livorno, deputati alle operazioni fuori area, intervengono con riconosciuta capacità e professionalità anche uomini e donne appartenenti all’organizzazione Territoriale, in possesso delle competenze didattiche necessarie per trasmettere efficacemente le conoscenze.
Possiamo dire, quindi, che lo “scopo delle attività di formazione ed addestramento tenute dai militari dell'Arma dei Carabinieri in favore delle forze di polizia locali, hanno come obiettivo strategico, quello di contribuire in modo concreto al rafforzamento delle partner's capabilities e di conseguenza a rafforzare le Istituzioni del Paese ospitante in un'ottica di mantenimento della Pace in un'area strategica dello scacchiere internazionale.”
Per l’inizio del prossimo autunno è prevista la prossima edizione della Miadit Somalia uno dei fiori all’occhiello dell’Arma dei Carabinieri in ambito internazionale.
1 “Le unità "Darwish" sono delle Unità Mobili della Somali Police Force (SPF), specializzate in attività di Stability Police, Ordine Pubblico e Interventi ad Alto Rischio, schierate principalmente nella capitale Mogadiscio e destinate a divenire fondamentali per la stabilità e la tutela dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica della Somalia.”