Kosovo: cambio alla guardia del RC-W

(di Stato Maggiore Esercito)
27/07/22

Si è svolta ieri presso la base denominata Camp Villaggio Italia, in località Belo-Polje nelle vicinanze della cittadina di Pec/Peja, la cerimonia di cambio del Comando del Regional Command West (RC-W), l’unità multinazionale a guida italiana, responsabile del settore occidentale del Kosovo.

Il contingente italiano uscente, su base reggimento artiglieria terrestre “a Cavallo” della brigata Pozzuolo del Friuli è stato avvicendato dal reggimento Piemonte Cavalleria (2°).

La cerimonia segna il passaggio del testimone tra il colonnello Marco Javarone ed il colonnello Ivano Marotta, il quale subentra alla guida del RC-W della missione NATO denominata "Joint Enterprise".

Alla cerimonia erano presenti l’ambasciatore d’Italia in Kosovo s.e. dott. Antonello De Riu, il console onorario d’Italia Naim Gacaferi, il comandante di KFOR generale di divisione Ferenc Kajári, il capo di stato maggiore del COVI ammiraglio di divisione Valter Zappellini, il comandante del Regional Command East (RC-E) di KFOR colonnello Christopher Samulski, il comandante del Multinational Specialized Unit (MSU) colonnello Maurizio Mele, rappresentanti dell’OSCE, dell’UNMIK, i sindaci delle municipalità del Kosovo Occidentale e le autorità religiose di tutte le fedi presenti nell’Area di Responsabilità.

Il colonnello Javarone ha ringraziato tutte le autorità per la loro presenza e, rivolgendosi in particolare alle donne ed agli uomini schierati ha dichiarato, “questo periodo mi ha dato l'opportunità ed il privilegio di comandare soldati che rappresentano dieci nazioni diverse: voglio ringraziarli tutti per la professionalità e la determinazione che hanno dimostrato durante tutto il mandato e dire che, ognuno di loro, ha fornito un prezioso e significativo contributo.”

KFOR è la missione più consistente della NATO per numero di militari, con i suoi 3.700 uomini e donne impiegati, di cui circa 628 sono italiani appartenenti a tutte e quattro le Forze Armate, che giornalmente contribuiscono ad un ambiente sicuro e alla libertà di movimento per tutte le comunità che vivono in Kosovo, in conformità con la risoluzione dell’ONU n. 1244 del 1999.