L’emergenza COVID-19 non ha avuto conseguenze sulla capacità delle nostre Forze Armate di svolgere un ruolo deterrente e credibile nel contribuire a mantenere un ambiente sicuro e la libertà di movimento per tutte le comunità del Kosovo, secondo quanto stabilito dal mandato della risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Le attività del contingente della NATO, forte di circa 3.500 militari di 27 nazioni (500 gli italiani) e guidato dal generale di divisione Michele Risi, stanno continuando con regolarità, comprese quelle tese ad addestrare il personale alla rimozione di blocchi stradali e al controllo della folla in caso di disordini.
In tale contesto gli artiglieri del 17° reggimento controaerei “Sforzesca” dell’Esercito Italiano, inquadrati nel Comando Regionale Ovest di KFOR di stanza a Peč/Pejë, hanno condotto un’importante attività insieme a colleghi austriaci, sloveni e svizzeri.
In particolare, è stato simulato un blocco della circolazione stradale messo in atto da un gruppo di manifestanti violenti, per rimuovere il quale sono scese in campo unità operative del Regional Command West in assetto antisommossa, circostanza in cui nella realtà KFOR agirebbe come third responder, dopo la polizia del Kosovo e la missione EULEX dell’Unione Europea.
L’attività ha previsto anche l’impiego del Freedom of Movement Detachment, costituito dagli uomini del 6° reggimento logistico dell’Esercito, i quali, a bordo del carro pioniere “Leopard”, hanno materialmente sgomberato il campo dalle carcasse di automobili posizionate dai manifestanti per attuare il blocco.
È intervenuto anche un team specializzato nella bonifica di ordigni esplosivi composto da militari ucraini e svizzeri, i quali hanno verificato l’assenza di trappole esplodenti grazie all’unità cinofila e al dispositivo “iRobot 510 PackBot”.
L’obiettivo di queste attività periodiche è di mantenere sempre alto il livello di prontezza delle forze di KFOR, pur nel rispetto delle misure di prevenzione anti-contagio da COVID-19.
“Sono occasioni preziose per amalgamare militari e unità delle diverse nazioni che operano nel Regional Command West”, ha dichiarato a margine dell’attività il colonnello Natale Gatti, comandante dell’unità di KFOR che opera nel settore occidentale del Kosovo ed è responsabile, tra l’altro, della sicurezza del monastero ortodosso di Visoki-Decani.