Il 9 novembre il generale di corpo d’armata Francesco Paolo Figliuolo, ufficiale al vertice del comando operativo di vertice interforze (COVI), ha fatto visita alla missione MISIN in Niger.
La missione opera dal 2018 con lo scopo di addestrare le forze di sicurezza e difesa locali per migliorare il processo di sviluppo e rafforzamento delle abilità e capacità al fine di renderle efficaci nel mantenere una condizione di sicurezza accettabile, ed in grado di contrastare le attività illegali collegate al traffico di esseri umani e di armi nonché per il terrorismo di matrice jihadista.
La MISIN si inserisce nell’ambito di quanto stabilito dall’atto di indirizzo del ministero della Difesa circa la strategia per il rafforzamento della presenza nel Sahel volta alla stabilizzazione dei Paesi sub-sahariani. Le attività di addestramento e formazione condotte dai militari del contingente italiano sono considerate fondamentali dalle autorità nigerine sopratutto nella lotta al terrorismo islamico.
Il comandante del COVI ha presieduto alla cerimonia dell’alzabandiera unitamente all’attuale comandante della MISIN, gen. b. Liberato Amadio, ed ha subito dopo pronunciato un discorso in cui ha sottolineato l’importanza strategica per l’Italia dell’area saheliana rimarcando che la crisi scaturita dall’invasione russa dell’Ucraina porta inevitabili riflessi negativi sulla stabilità e sulla sicurezza del Sahel.
Successivamente, l’alto ufficiale, si è spostato in località Bassora, presso la base della Garde Nationale du Niger (GNN) dove ha visto operare sul terreno il Military Training Team (MTT) dell’arma dei carabinieri ed ha assistito a un’esercitazione condotta dallo Special Operation Task Group (SOTG) dell’esercito italiano.
Il MTT, composto e comandato da personale della 2a brigata mobile carabinieri1, svolge, tra gli altri, corsi per “Squadre Operative di Supporto (SOS)”, “Ordine Pubblico” e “Tecniche di Intervento Operativo” in favore della Gendarmeria Nazionale (GN) e della Guardia Nazionale del Niger (GNN).
Il corso “SOS” è finalizzato ad addestrare squadre delle forze di polizia al fine di acquisire le capacità tecniche e tattiche necessarie per condurre il “primo intervento” in situazioni di rischio elevato, quali l’irruzione e la neutralizzazione di soggetti armati (terroristi) in contesti urbani caratterizzati dalla presenza di civili o di ostaggi, a premessa o a supporto dell’impiego delle unità di intervento speciale. Le caratteristiche dell’intervento per la neutralizzazione di soggetti ostili sono rapidità, flessibilità, capacità e precisione di fuoco.
Il corso “Tecniche di Intervento Operativo” (TIO) è volto al miglioramento delle capacità tecnico-tattiche del personale nelle attività istituzionali quali:l’organizzazione di un posto di controllo e di blocco, lo sviluppo di tecniche delle perquisizioni personali e locali, tecniche di arresto e l’apprendimento di tecniche di primo soccorso e automedicazione (Combat Life Support).
L’attività addestrativa in materia di ordine pubblico è consistita in un’esercitazione complessa in cui circa cinquanta discenti hanno applicato le tecniche e le procedure operative acquisite durante il corso, necessarie per gestire potenziali tumulti e disordini in occasione di eventi o manifestazioni. Nello specifico hanno fronteggiato e respinto una folla di manifestanti attuando pratiche quali “brevi cariche” di alleggerimento per allontanare i rivoltosi e la cd “testuggine” per proteggersi dal lancio massivo di oggetti. Oltre a ciò, gli istruttori valutato i gendarmi anche sulle corrette tecniche per affrontare l’”ispezione della barricata” al fine di verificare la presenza di eventuali trappole e per l’arresto di un manifestante.
Lo Special Operations Task Group (SOTG), formati da reparti del comando delle forze speciali dell’esercito (COMFOSE) e da un’unità del Gruppo Intervento Speciale (GIS) dei carabinieri conducono corsi durante i quali gli allievi assimilano capacità di combattimento appiedato e veicolare, in ambiente rurale ed urbano.
Infine, il personale della brigata “Folgore” svolge corsi di paracadutismo a conclusione del quale, a seguito dei previsti aviolanci nella drop zone “Niger4”, militari selezionati dell’esercito nigerino consegue la qualifica di paracadutista militare.
Il contingente della MISIN comprende anche una squadra di ricognizione, comando e controllo, personale presso il Defense College in Mauritania, personale specializzato CBNR per rilevazioni contro minacce chimiche-biologiche-radiologiche-nucleare e militari del genio per lavori infrastrutturali.
Il generale Figliuolo ha incontrato anche l’ambasciatrice d’Italia a Niamey, Emilia Gatto e l’addetto militare in Niger.
1 ha sede a Livorno ed è composta dal 1° reggimento carabinieri paracadutisti, 7° reggimento “Trentino Alto-Adige”, 13° reggimento “Friuli-Venezia-Giulia” e Gruppo di Intervento Speciale