Nell’ambito della missione Unifil in Libano, i militari del 3° reggimento bersaglieri di Italbatt hanno organizzato e condotto un ciclo addestrativo di una settimana a favore dei militari delle LAF (Lebanese Armed Forces).
Nel poligono di tiro di Chawakeer, nei pressi di Tiro, si è svolta una cinque giorni addestrativa nella quale i soldati libanesi, sotto la guida dei “caschi blu” italiani, hanno condotto operazioni in ambiente urbanizzato attraverso il modulo “MOUT” (Military Operations in Urban Terrain). Tra le nozioni teoriche e pratiche impartite sul campo dai militari italiani rientrano quelle tipiche dell’addestramento nei centri abitati, culminato con una esercitazione finale con l’uso di “simunition”, munizionamento da addestramento non letale, costituito da proiettili con carica ad acqua e coloranti, che permette di effettuare l’attività a partiti contrapposti, rendendo lo scenario estremamente realistico.
L’obiettivo è stato quello di migliorare il livello complessivo di efficienza operativa delle LAF, attraverso l’abilità a condurre operazioni congiunte con le unità di Unifil, rivedendo e standardizzando le tecniche di tiro e il movimento in spazi ristretti e in assoluta sicurezza.
Il tenente colonnello Mattia Scirocco, comandante del 2° battaglione di Italbatt, ha consegnato i diplomi di fine corso ai frequentatori libanesi durante una simbolica cerimonia svoltasi alla presenza di autorità militari del Sud del Libano.
L’Italia è uno dei paesi che, all’interno del settore Ovest di Unifil, sta contribuendo concretamente allo sviluppo delle LAF, grazie soprattutto ad un approccio addestrativo caratterizzato da praticità, flessibilità e dall’attitudine empatica dei suoi istruttori, capace di riscuotere unanime plauso a livello internazionale e da parte delle unità militari libanesi.
Il contingente italiano in Libano, attualmente su base brigata “Sassari”, è al comando del generale di brigata Andrea Di Stasio. Del contingente fanno parte oltre 1.000 militari italiani, tra i quali circa 450 “sassarini”, che operano insieme ai peacekeeper provenienti da 16 nazioni (Italia compresa): Armenia, Bielorussia, Brunei Darussalam, Corea del Sud, Ghana, Irlanda, Kazakistan, Macedonia del Nord, Malesia, Malta, Polonia, Serbia, Slovenia, Tanzania e Ungheria.