Operazione AGENOR: avvicendamento al comando tattico

(di Stato Maggiore Difesa)
27/01/23

A conclusione del periodo di comando iniziato il 6 luglio dello scorso anno, il contrammiraglio della Marina Militare Stefano Costantino ha passato il testimone al parigrado della Marina belga Renaud Flamant, che terrà la guida rotazionale del dispositivo aeronavale per i prossimi 4 mesi, fino a tutto il maggio prossimo.

L’importanza di questo impegno europeo, teso a contribuire alla salvaguardia della libertà di navigazione e alla sicurezza marittima in un contesto di assoluta rilevanza strategica per i traffici globali come lo Stretto di Hormuz e le aree adiacenti, con specifico riferimento al Golfo e al Mar Arabico settentrionale, è stato confermato anche dall’ampia partecipazione al cambio di comando da parte della comunità diplomatica europea negli EAU, tra cui l’ambasciatore d’Italia, Lorenzo Fanara,  unitamente a quella di diverse autorità militari, che in rappresentanza della Difesa italiana hanno visto la presenza del capo di stato maggiore del comando operativo di vertice interforze (COVI), l’ammiraglio di divisione Valter Zappellini.

Dall’attivazione della missione EMASOH nel gennaio 2020, l’Italia ha assunto per la prima volta il comando della correlata operazione militare AGENOR, declinandolo con circa 7 mesi di intensa attività di sorveglianza delle vie di comunicazione via mare nella regione e di diretto supporto del traffico marittimo d’interesse dell’Italia e delle altre nazioni europee aderenti all’iniziativa, in un contesto marittimo fondamentale nel più ampio perimetro del “Mediterraneo Allargato” e quanto mai strategico per il vecchio continente, per il commercio trans-regionale in generale e per gli approvvigionamenti energetici a livello globale.

Sotto la guida dell’ammiraglio italiano sono state condotte decine di scorte con le navi militari durante i transiti nello Stretto di Hormuz e diverse centinaia di interazioni con le navi mercantili e passeggeri; con l’operazione AGENOR, mediante la manifesta attività di presenza aerea e navale delle sue unità, si è contestualmente assicurata una costante azione di prevenzione e deterrenza, sempre attenta a mantenere un approccio de-escalatorio per evitare innalzamenti della tensione in una area caratterizzata da una stabilità estremamente precaria.

Sempre nello spirito del dialogo e della cooperazione ad ampio spettro, i 7 mesi di Comando italiano sono stati caratterizzati anche da un significativo incremento di attività congiunte in mare con unità navali e mezzi aerei delle realtà della regione o di quelle presenti nell’area, quali Bahrain, Emirati Arabi Uniti, India, Kuwait, Oman, Qatar, nonché Unione Europea e Paesi aderenti alla NATO. Parimenti, sono state finalizzate collaborazioni con le diverse organizzazioni che operano per il monitoraggio dei traffici via mare e per la sicurezza marittima, come gli Information Fusion Center (IFC) di Singapore e di Gurugram (India) e i Maritime Security Centre di Muscat (Oman), Karachi (Pakistan) e Antananarivo (Madagascar), oltre al United Kingdom Maritime Trade Operations (UKMTO) di Dubai (EAU).