Dopo 12 anni, Taranto torna a ospitare i festeggiamenti per la Giornata della Marina. Questa volta lo fa con un programma ricco e denso: 4 giorni, dal 7 al 10 giugno, di mostre, concerti, visite alle navi e tanto altro. D'altronde si sa, tra la città pugliese e la Marina Militare il legame è ormai indissolubile, come ha precisato qualche giorno fa l'ammiraglio Vitiello dichiarando: “a Taranto abbiamo 15 mila unità, quasi in ogni famiglia c'è una persona legata alla Marina".
E allora ecco che nella Stazione Navale Mar Grande sono schierate 20 unità: dal Garibaldi al San Giorgio, passando per le fregate Alpino e Martinengo, quest'ultima riceverà la bandiera di combattimento in occasione della cerimonia del 10 giugno, fino ad arrivare alla nave più bella del mondo, l’Amerigo Vespucci. Navi aperte al pubblico che, curioso e attento, potrà conoscere da vicino una realtà a tratti sconosciuta, ma affascinante. Non solo navi però, ma anche storia. Come quella della mostra “30 anni di capacità portaerei al servizio dell'Italia" allestita a bordo di Nave Garibaldi. Gli aeromobili imbarcati dalla Marina Militare rappresentano un vero e proprio moltiplicatore di potenza della flotta, poiché consentono di estendere la sfera d'influenza delle unità navali dalle quali operano, ben oltre l'orizzonte, svolgendo o supportando la quasi totalità delle missioni condotte in alto mare. Missioni, come ricordano le immagini, non solo militari, ma anche di supporto alla pace e alle popolazioni colpite da calamità naturali. La portaerei, come si evince visitando la mostra, è un emblema del rango internazionale del Paese e rappresenta la massima espressione del potere aeronavale di una nazione. Nel mondo, solo 7 paesi possiedono ed impiegano navi portaerei; di questi 4 sono della NATO e solo l'Italia e la Francia fanno parte della Comunità Europea.
A Taranto non potevano mancare gli appuntamenti al Castello Aragonese, dove per l'occasione sono state allestite due mostre: una di quadri di pittori di Marina raffiguranti diversi modelli di navi e una sul “Centenario del conferimento della denominazione San Marco ai fucilieri di Marina". Sempre nella splendida cornice del Castello si è tenuta, nella serata di sabato 8 giugno, la proiezione del film “Il destino degli uomini". Il film, prodotto nel 2018, ripercorre la storia di Luigi Rizzo, l'uomo prima ancora che l'ufficiale, che durante la Prima Guerra Mondiale mise a disposizione della Marina il suo coraggio e la sua competenza. Come ha dichiarato il regista Leonardo Tiberi: “Luigi Rizzo non era solo l'uomo di Premuda. La sua storia non è quella di un ufficiale di Marina, ma di un italiano perfetto, incredibile, uno che qualunque cosa ha fatto nella vita, l'ha fatta bene, con coerenza e senza scendere a compromessi".
Interpretato da Andrea Sartoretti, il film ripercorre non solo l'impresa del 10 giugno 1918, quando Luigi Rizzo a bordo di un piccolo Mas, affondò la corazzata austriaca Santo Stefano, ma mette in evidenza anche la vita privata dell'ammiraglio: i suoi ricordi da fanciullo a Milazzo, il suo amore per Giuseppina, il dolore per la perdita del figlio, la sua amicizia con D'Annunzio e il periodo di prigionia durante la Seconda Guerra Mondiale perché incolpato di collaborare con la Resistenza. Il tutto in un mix di scene nuove e d'epoca. A parlare di Luigi Rizzo anche il comandante Sciarretta dell’Ufficio Storico della Marina che ha dichiarato: “Le figure come Luigi Rizzo appartengono a quelle generazioni di giovani professionisti che con i loro gesti hanno cambiato la storia. Quelli che sentivano proprio il decalogo redatto dall’ammiraglio Thaon de Revel”.
L'ultima voce del decalogo recitava infatti: “Qualora esiste la possibilità di infliggere grave danno al nemico, non esitate a sacrificarvi pur di raggiungere l'obiettivo". Luigi Rizzo e i suoi uomini ci riuscirono: d'altronde si sa, la fortuna aiuta gli audaci!