Valorizzare il rapporto con l’Africa e fungere da ponte con la sua storia e cultura, nelle differenze reciproche: questo lo scopo della sezione interparlamentare inaugurata questo martedi 23 luglio nella cornice del Senato della Repubblica, in un incontro tenutosi tra esponenti delle istituzioni e i rappresentanti di diversi Paesi dell’Africa occidentale. Questo passaggio è propedeutico ad un approfondimento dei rapporti tra Roma e gli Stati francofoni dell’ovest del continente, che hanno già una lunga storia di amicizia e collaborazione tra loro.
Promotore dell’iniziativa è stato il presidente della sezione interparlamentare, il senatore Fazzolari di Fratelli d’Italia, ma sono stati molti i deputati ed i senatori ad essere intervenuti; tra quelli più noti Piero Fassino, già ministro del commercio estero, e Stefania Craxi, sottosegretario agli esteri nel governo di Mario Monti. Numerose anche le rappresentanze diplomatiche dei Paesi africani, dall’ ambasciatrice del Ghana, Evelyn Anita Sokes-Hayford, alla rappresentante del Benin, Sua Eccellenza Evelyne Togbe-Olory.
Per il ministero degli Affari Esteri era presente il direttore delle sezione Paesi dell’Africa Sub-Sahariana, il ministro plenipotenziario Giuseppe Mistretta, e il capo gabinetto del ministro degli esteri Moavero, l’ambasciatore Guariglia.
La creazione della sezione di amicizia interparlamentare avviene in un momento particolarmente delicato per i rapporti tra l’Italia e i Paesi africani dell’ovest. Oltre alla questione migratoria, infatti, il nostro Paese deve fronteggiare sempre più delle sfide geostrategiche relative alla stabilità di questa regione in cui, ricordiamo, la Francia è sempre stata il principale protagonista internazionale. L’attenzione del governo italiano per l’area è anche dovuta al crescente impegno in loco dell’Unione Europea, che sta tentando di sviluppare una propria strategia comprensiva di sviluppo e sicurezza parallela a quella francese. Ma il motivo per cui lo scambio politico tra l’Italia e questi Paesi africani è importante, come sottolineato da tutti i relatori presenti all’incontro, non è solo relativo alla sicurezza, ma tocca la crescente importanza degli scambi economici e culturali tra le nostre nazioni. Un esempio su tutti è l’impennata di investimenti di aziende italiane negli Stati in questione, ormai così significativi rendere il nostro Paese il quarto o quinto partner economico per molti governi sub sahariani.
Anche l’import e l’export attraverso il Mediterraneo e diretto oltre il Sahara è notevole, dato che si parla ormai di cifre che sfiorano complessivamente il valore di mezzo miliardo di euro all’anno. Per quanto riguarda la cultura i dossier sul tavolo sono parimenti tanti, e, pur non potendo essendo il Parlamento l’attore principale di queste iniziative, ciò nondimeno è possibile che deputati e senatori possano, di concerto con i loro colleghi delle preposte commissioni, portare a termine azioni incisive. Una proposta in tal senso è stata presentata dall’on.Vittorio Sgarbi, presente all’evento, che ha sottolineato come si possa pensare ad esempio alla valorizzazione dell’arte africana, gran parte della quale attualmente in possesso di Gran Bretagna e Francia ma probabilmente riattesa a breve in patria, dandole magari un posto d’onore in esposizione insieme a quella rinascimentale italiana.
La conoscenza e la collaborazione tra parlamentari italiani e di altri Paesi in iniziative bilaterali o multilaterali non è cosa nuova, ma è una buona pratica che viene dal passato e che ha reso non di rado più facile il contatto tra governi e istituzioni multilaterali. A differenza dei canali più ufficiali questa collaborazione ha sempre permesso dei contatti più informali e più politici tra gli Stati, e quindi ha aperto non di rado la strada ad iniziative che altrimenti non avrebbero visto la luce, come per esempio l’avvio, nel caso degli Stati africani, di molti progetti di aiuto allo sviluppo nel corso della scorsa legislatura. La crescita vertiginosa di alcune economie africane del resto apre nuovi scenari di fronte a noi e forse ci porta anche un poco di speranza, dato che molti dei problemi di quei Paesi sono dovuti, come è noto, proprio ad una mancata crescita sociale ed economica, unita ad un boom demografico senza precedenti. La creazione di questa sezione è quindi un altro tassello nella costruzione di un rapporto di fiducia divenuto ormai indispensabile per l’Italia e la sua politica estera.