Una decina di giorni fa, esattamente il 18/11/2020, il primo ministro greco Kyriakos Mitsokatis si è recato ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, dove, ha incontrato il principe Mohammed bin Zayed Al Nahyan. Questo incontro ha portato alla sottoscrizione di un importante accordo nel campo della difesa tra i due paesi (in chiave anti-turca).
Entrambe le nazioni sono rivali strategici della Turchia in vari teatri: nel Mediterraneo Orientale, per quanto riguarda l’esplorazione energetica portata avanti da Ankara e che Atene ritiene illegale, e in Libia dove i turchi sostengono il governo di Fayez al-Sarraj, mentre gli Emirati supportano il generale Khalifa Haftar.
Si può affermare che l’accordo siglato dai due paesi sia la prosecuzione di una collaborazione militare già iniziata nei mesi passati. Basti pensare, quando a fine agosto, forse nel periodo di
maggior tensione fra Grecia e Turchia, gli Emirati Arabi Uniti dispiegarono quattro arerei da combattimento F-16 "nella propria base aerea di Souta, nell’isola
di Creta"1, per partecipare a esercitazioni militati congiunte con Atene nel Mediterraneo Orientale.
Da sottolineare che, l’11 novembre ad Atene, c’è stata la visita del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Egitto che, come Grecia ed Emirati, si scontra con Ankara su più fronti (dallo scenario libico a quello del Mediterraneo Orientale). Infatti, il 6 agosto di questo anno il governo greco e quello egiziano hanno stipulato un accordo, per la demarcazione dei confini marittimi, "attribuendosi reciproci diritti di esplorazione energetica nel Mediterraneo Orientale"2. Un patto che la Repubblica turca non ha affatto gradito dato che lo ha considerato, solamente, come una provocazione nei suoi confronti.
1https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2020/08/24/esercitazione-milita...
2 ttps://sicurezzainternazionale.luiss.it/2020/11/11/mediterraneo-orientale-grecia-ed-egitto-chiedono-supporto-biden/
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