Il capo dei Pasdaran iraniani, Hossein Salami, ha avvertito che la Repubblica Islamica respingerà qualsiasi "attacco del nemico".
Nelle ultime settimane infatti è cresciuta la tensione con gli Stati Uniti, nel timore che il presidente uscente Donald Trump possa lanciare un attacco prima di lasciare la Casa Bianca il prossimo 20 gennaio.
L’Iran può disporre di decine di missili balistici (anche antinave) e di batterie costiere equipaggiate con missili cruise ("da crociera", ndr).
Dal missile di produzione nazionale FATEH-110 è derivato il supersonico KHALIJ FARS, capace di una velocità massima di mach 3 (con una gittata di 300 km) ed equipaggiato con una testata convenzionale da 650 kg.
Un altro missile nell’arsenale dei Pasdaran è l’HORMUZ, versione antiradiazione del KHALIJ FARS e sviluppato in due versioni: HORMUZ-1 per i radar terrestri e HORMUZ-2 per quelli imbarcati. Secondo le fonti disponibili, questo missile sarebbe in grado di volare a una velocità di mach 4.
Seguendo il concetto delle bolle A2/AD, i Pasdaran negli ultimi anni hanno dislocato un numero elevato di batterie di missili superficie-aria e batterie costiere con missili cruise sulle isole nella zona dello Stretto di Hormuz.
In caso di attacco la tattica iraniana si baserebbe su un uso combinato di azioni con sommergibili tascabili, mine antinave, sciami di barchini e lanci di missili cruise.
Per quanto concerne la difesa aerea gli iraniani dispongono del sistema superficie-aria a medio raggio KHORDAD-3 (utilizzato per abbattere il drone della U.S. Navy RQ-4 nel 2019). Equipaggiato con un radar a scansione elettronica passiva, è in grado di ingaggiare simultaneamente sei bersagli, fino a una distanza massima di 150 km.
Per le lunghe gittate Teheran può contare sul BAVAR 373, anch’esso di produzione nazionale, appartenente alla categoria dell’S-300 russo. Secondo alcune fonti il BAVAR sarebbe in grado di identificare 300 bersagli contemporaneamente ad una distanza di 400 km e di ingaggiarne sei simultaneamente con il missile superficie-aria SAYYAD-4 dotato di una gittata massima di 200 km.
Proprio per valutare questo dispositivo Salami si è recato ad ispezionare le truppe che stazionano sull'isola di Abu Musa, nelle acque del Golfo Persico vicino all'ingresso dello stretto di Hormuz per "valutare ed essere certi delle nostre potenti capacità in mare e contro i nemici che a volte si vantano e minacciano".
Recentemente due bombardieri strategici B-52 hanno sorvolato la regione, mentre da novembre la portaerei USS Nimitz pattuglia le acque del Golfo, anche se la stampa americana ha riferito che il segretario della Difesa ad interim, Christopher C. Miller, ne ha ordinato il rientro in patria.
Nel frattempo, il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha accusato Trump di voler cercare "un pretesto per una guerra" dopo le accuse lanciate alla Repubblica islamica dalla Casa Bianca in relazione all'attacco missilistico contro l'ambasciata Usa a Baghdad il 20 dicembre.
Foto: IRNA