Nelle prime ore del 9 maggio scorso è rientrato dallo spazio il secondo stadio del lanciatore cinese Long March 5B (CZ-5B R/B), identificato con il codice internazionale 2021-035B, dopo aver tenuto con il fiato sospeso tutto il mondo per alcuni giorni in considerazione delle latitudini interessate (tra 41,5N e 41,5S circa) e della potenziale caduta di frammenti del razzo che includevano anche le regioni centro-meridionali ed insulari d’Italia.
L’evento ha suscitato l’attenzione di istituzioni civili e militari, determinando, in supporto alla Protezione Civile l’attivazione delle capacità di Space Situational Awareness (SSA), ed in particolare di Space Surveillance and Tracking (SST) dell’Aeronautica Militare, che rientrano tra le competenze del Ministero della Difesa, in concorso con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).
In tale contesto, l’AM si è attivata attraverso il Centro per la Space Situational Awareness (C-SSA) del Comando Operazioni Aerospaziali (COA) di Poggio Renatico, che espleta le funzioni di Italian Space Surveillance and Tracking Operation Centre (ISOC), supportato dal Reparto Sperimentale di Volo – Gruppo Ingegneria per l’Aero-Spazio (RSV-GIAS) di Pratica di Mare, dal Poligono Interforze del Salto di Quirra (PISQ) che gestisce alcuni dei sensori per la SST, tra cui il Multi-Frequency Doppler Radar (MFDR) ed alcuni sensori ottici, nonché con il supporto industriale e operativo delle aziende Vitrociset e GMSpazio, monitorando con continuità l’evento.
L’AM, grazie alle capacità e alle professionalità acquisite nello specifico settore, in piena sinergia con il neocostituito Comando delle Operazioni Spaziali e congiuntamente con l’ASI, ha fornito sull’evoluzione dell’evento di rientro un supporto unico, per qualità e reattività, sia al Tavolo Tecnico del Dipartimento di Protezione Civile (DPC) convocato per la gestione di un’eventuale conseguente emergenza sul territorio nazionale, nonché al Comando Operativo di vertice Interforze (COI) per la mitigazione di eventuali impatti sui contingenti nazionali impegnati in operazioni fuori dai confini nazionali.
Le previsioni elaborate dal C-SSA/ISOC AM si sono rivelate corrette e il contributo diretto dei menzionati sensori, nel corso delle attività operative condotte nella notte tra l’8 maggio e il 9 maggio, ha gradualmente permesso di escludere le aree d’interesse nazionale potenzialmente interessate dal rientro, consentendo, subito a valle, in coerenza con altre autorevoli fonti, incluso il Combined Space Operations Centre (CSpOC) degli USA, di dichiarare l’oggetto rientrato in un’area compresa tra il Mediterraneo Orientale e il Pacifico Meridionale.