Dopo 6 mesi di mandato, il colonnello Francesco Maioriello ha ceduto il comando del Regional Command West (RC-W) al colonnello Andrea Bertazzo.
Alla cerimonia militare hanno presenziato il sottosegretario di stato alla Difesa, on. Giorgio Mulè, il comandante del Comando Operativo di vertice Interforze (COI), generale di corpo d’armata Luciano Portolano, il comandante di KFOR, generale di divisione, Franco Federici, autorità militari, civili, religiose, e folte rappresentanze dei diversi contingenti nazionali.
Il generale Federici, nel presiedere il passaggio della bandiera della NATO ha evidenziando come KFOR sia la missione più longeva della NATO e allo stesso tempo rappresenti un successo per l’Alleanza, considerato l’attuale clima di sicurezza in cui le comunità del Kosovo possono vivere sottolineando come il lavoro di squadra e la coesione, sono caratteristiche necessarie per rispondere al meglio al mandato ricevuto, qualità che i militari italiani hanno saputo esprimere nel più stretto significato del motto “As one we progress”, coniato per la KFOR XXV.
L'on. Giorgio Mulè ha espresso l’apprezzamento della Difesa per i lodevoli risultati conseguiti dal contingente italiano nel pieno rispetto del mandato internazionale, sottolineando la delicatezza del lavoro svolto dagli uomini e dalle donne appartenenti a tutte le Forze Armate italiane, che é sempre apprezzato da tutte le Autorità politiche e militari, nazionali ed internazionali, ma soprattutto dalle Istituzioni e dalla popolazione kosovara. “Vedo davanti a me eroi che hanno portato lustro all’Italia ed esportato in questo Paese valori quali libertà e democrazia”, ha detto il sottosegretario Mulè durante il suo discorso.
“Bravissimi ed esemplari artiglieri del 1° da montagna, grazie per tutto quello che finora avete fatto, continuando lungo il percorso tracciato da chi, nel corso degli anni, vi ha preceduto in questa area di responsabilità dal 1999 ad oggi, dai soldati dell’Esercito schierati ininterrottamente in Kosovo dal 12 giugno 1999 - primo giorno di missione, ai Marò del San Marco agli avieri dell’Aeronautica Militare che hanno aperto e gestito, con professionalità e impegno, l’aeroporto di Dakovica dal 1999 al 2013 e ai carabinieri ancora presenti con la MSU…” - queste le parole con cui il comandante del COI si è rivolto ai militari italiani e ai loro colleghi stranieri del RCW di KFOR nel corso del suo intervento, ripercorrendo alcune fasi della storia ultra ventennale della Kosovo Force, concludendo poi – “...nel solco delle migliori tradizioni del nostro Paese e delle nostre Forze Armate, voi, soldati del 1° da montagna siete riusciti a distinguervi anche in questa impresa e, a missione ultimata, vi auguro un felice ritorno alle vostre preziose famiglie, che con voi hanno vissuto, anche se in modo diverso, forse talvolta anche più complesso ed intenso, questa missione. A voi artiglieri paracadutisti del 185° i migliori auspici di buon lavoro. In bocca al lupo e le migliori fortune! Come comandante del COI, con tutto il Comando Operativo di vertice Interforze, sarò a vostra disposizione nel corso della vostra missione in Kosovo”.
Le parole del generale Portolano - lui stesso seriamente ferito a seguito dell’esplosione di una mina anticarro quando nel 1999 guidava la Early Entry Forces italiana in Kosovo - sono state parole di sintesi, inclusione e plauso al lavoro svolto dai militari italiani in questi 22 anni di missione NATO.
Il colonnello Maioriello ha ringraziato le autorità politiche e militari nazionali e NATO per il concreto supporto ricevuto durante il mandato: “Il supporto e la fiducia ricevuti nel delicato periodo, caratterizzato dalla crisi pandemica COVID 19, mi hanno consentito di esprimere con serenitá il delicato impegno teso all’assolvimento del Mandato definito dalla risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite".