La notizia di stamani, dal Mare dell’Oman, dovrebbe indurre a pressanti preoccupazioni. Stando ai rilanci d’agenzia forze statunitensi prima "avrebbero" costretto (il condizionale è d’obbligo) una petroliera a deviare dalla sua rotta per una destinazione sconosciuta, salvo essere poi provvidenzialmente essere salvata dall’intervento delle forze navali pasdaran che l’hanno ricondotta verso acque "amiche". La versione fornita da Al Arabiya è tuttavia divergente, ed illustra un quadro completamente diverso, per cui le forze americane hanno solo impedito alla nave iraniana (battente bandiera vietnamita) di solcare il Mare Arabico, per tornare in acque nazionali, un resoconto diverso e più coerente rispetto a quanto registrato con l’attacco con droni esplosivi portato alla Mercer Street la scorsa estate. A corredo, gli iraniani hanno già provveduto a diffondere vignette (inedite ma stranamente già pronte), filmati (purtroppo per loro però già pubblicati circa un mese fa!) da cui nulla è possibile desumere.
Posto che gli USA non sembrano avere necessità né di greggio né di guerra di corsa, il tutto appare quale utile arma di distrazione di massa per un regime che comincia ad avvertire i colpi delle difficoltà indotte dalla crisi economica, e dallo stallo delle trattative viennesi sul JCPOA. Non più tardi di qualche giorno fa il sistema informatico pubblico iraniano è stato oggetto di un attacco che ha ingenerato ira e disorientamento, così come accaduto del resto con gli svariati incidenti che hanno avuto per oggetto gli impianti nucleari di Teheran.
Che l’Iran sia un grande Paese, erede di una tradizione di Stato e di potere unica è fuori di dubbio, ma che le difficoltà conseguenti alla diffusione dell’epidemia di Covid e ad una campagna vaccinale forse non così efficiente abbiano prostrato una popolazione già allo stremo, è fuori di dubbio.
Il passaggio da una leadership progressista come quella di Rohani ad una più ortodossa come quella di Raisi, ha bisogno di un supporto politico e sociale che richiede la necessità di creare elementi di discontinuità che inducano ad apprezzare il presente proiettandolo nel futuro, ed esaltando gli elementi ideologici e nazionalisti.
L’eliminazione di Soleimani ha lasciato un segno indelebile, ed anche ora risulta indispensabile affermare una volitività decisa anche se non supportata da reali capacità. Francamente, riesce difficile credere ad una debacle americana: molto più probabile una drole de guerre di Teheran che, specialmente sul mare, non dispone di assetti particolarmente all’altezza.
Foto: web / IRNA