TASS, Reuters e vari testimoni locali riferiscono che a Almaty fino alla prima serata (ora locale) di giovedì 6 gennaio, si sentivano colpi di arma da fuoco e esplosioni e che le forze dell’ordine avevano preso di mira autoveicoli e persone a piedi.
Arrivano rumors sul fatto che migliaia di arresti sono avvenuti, soprattutto nella ex capitale, nelle ultime ore. Il ministero dell'Interno del Kazakistan ha fatto sapere alla stampa che 18 membri del personale di sicurezza sono stati uccisi e 748 feriti durante gli scontri nel Paese. Le forze dell'ordine del Kazakistan rivendicano il controllo su tutti gli importanti edifici amministrativi nel centro di Almaty.
La diplomazia internazionale sembra particolarmente vigile, sempre nel senso di sostenere le istituzioni e il governo al potere.
Da una parte, il presidente turco Erdoğan ha avuto una telefonata con il presidente Tokayev e ha dichiarato di seguire da vicino gli eventi e di essere solidale con il Kazakistan. Ha, inoltre, espresso l'auspicio che un nuovo governo si insedi al più presto e che la tensione si esaurisca in breve tempo.
Dall’altra, gli Stati Uniti non sembrano intenzionati a esportare la democrazia in un Paese dove la leadership vince le elezioni di solito col 100% dei voti e dove, ovviamente, non esistono oppositori eletti. Il segretario di Stato Blinken ha parlato oggi con il suo omologo kazako Mukhtar Tileuberdi e ha ribadito il pieno sostegno degli Stati Uniti alle istituzioni costituzionali del Kazakistan e, bontà sua, alla libertà dei media. Ha espresso il sostegno di Washington a una soluzione pacifica e rispettosa dei diritti alla crisi. Dopo aver dato un colpo al cerchio (gli amici di Mosca in Asia centrale), ne ha dato anche uno alla botte, affermando la priorità della promozione della stabilità in Europa, compreso il sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina in risposta all'aggressione russa.
Piuttosto fredda la reazione di Pechino: per il ministero degli esteri cinese le proteste in Kazakistan sono un affare interno del Paese. È un messaggio ma… a chi? A Mosca o al duo Washington/Ankara?
Dal canto suo, la Commissione Ue ha fatto sentire la sua voce, caso mai se ne sentisse la mancanza: interrogata sull’invio di forze di peace keeping russe in Kazakistan, ha sostenuto che l'intervento deve rispettare la sovranità e l'indipendenza del Paese.
A proposito delle forze di Mosca e alleati CSTO, unità della 31a e 45a brigata delle forze speciali delle forze aeree russe, truppe aviotrasportate di Ivanovo e Ulyanovsk, sono state inviate in Kazakistan. Le prime unità sono già atterrate.
Ha alzato la mano per dire presente anche il leader bielorusso Lukashenko, che tramite il Ministero della Difesa bielorusso ha annunciato l’invio di unità 103a brigata aviotrasportata.
Vi terremo informati nelle prossime ore se ci saranno novità di rilievo.
Fotogramma: ABC News