Nel 1797, l’arrivo del generale Bonaparte in Italia segnò la fine di un sistema politico basato sui principi dell’Antico Regime. Le truppe della repubblica francese portarono una ventata di aria nuova, con l’introduzione di principi di governo basati sull’uguaglianza e la fine dei privilegi per determinate classi sociali. Questi cambiamenti riguardarono anche il comparto militare laddove molti Stati - prima dell’arrivo dei francesi - si affidavano per la loro difesa all’ingaggio di reggimenti mercenari con un minimo coinvolgimento nazionale. L’unico a fare eccezione era il Regno di Sardegna che poteva schierare un esercito strutturato, ma con una catena di comando obsoleta e poco efficiente.
Dal 1797 al 1799 diverse realtà statuali sperimentarono il nuovo corso istituzionale replicato su modello francese, istituendo una specie di difesa nazionale dove tutti i cittadini erano chiamati a concorrere alla difesa dello stato. Il primo esperimento fu la Guardia Nazionale, uno strumento utile per educare i sudditi a diventare dei cittadini, seguiti dalla formazione della gendarmeria e poi dei reggimenti di linea e cavalleria. Questa trasformazione ebbe esiti diversi, secondo il luogo ove venne intrapresa, tuttavia l’esperienza migliore fu nella nuova Repubblica Cisalpina (istituita il 29 giugno 1797) dove in molti accorsero al richiamo del generale Bonaparte.
La controrivoluzione del 1799 segnò una dura battuta d’arresto, tuttavia le formazioni militari nate gli anni precedenti presero parte attiva nella lotta contro gli austro russi. La vittoria di Marengo del 14 giugno 1800, sigillò il dominio napoleonico in Italia riprendendo, con maggiore forza e più convinzione, il lavoro di riforma amministrativo e della difesa. Le fondamenta sulle quali poggiava il reclutamento erano ancora su base volontaria, tuttavia le esigenze politiche e le pretese del primo console Napoleone, spinsero affinché anche in Italia fosse introdotta la coscrizione.
Con l’avvento dell’Impero e la creazione del Regno d’Italia (1805) nacque il primo esercito italico sebbene - ricordiamolo - riguardava solo una porzione di territorio nazionale. L’esercito del Regno d’Italia partecipò a tutte le campagne dell’Impero, educando intere generazioni di ufficiali e soldati al mestiere delle armi che, negli anni successivi alla Restaurazione, consentirono la nascita sia di un sentimento nazionale, ma soprattutto di una classe militare consapevole di alcuni valori fondanti il Risorgimento.
Ne parleremo mercoledì 31 maggio alle 21.00 con lo storico Paolo Palumbo, autore di "Fermi nel pericolo. Soldati italiani e napoletani nella Campagna di Spagna 1808-1813".
Vi aspettiamo!