Le truppe serbe al confine con il Kosovo sono state messe in allerta venerdì dopo gli scontri all'interno del Kosovo tra polizia e serbi che hanno ferito più di una dozzina di persone. I manifestanti serbi hanno cercato di bloccare l'accesso agli edifici comunali dei neo-eletti sindaci di etnia albanese e proprio questo è il motivo che ha innescato la nuova tensione tra i due Paesi.
Le elezioni del 23 aprile scorso, boicottate dai serbi, hanno fatto registrare un’affluenza di appena il 3,4% portando al governo delle comunità locali, costituite dal 98% da serbi, sindaci e funzionari di etnia albanese.
Per la prima volta dal dopoguerra dei Balcani, i quattro municipi settentrionali del Kosovo (Zvecan, Zubin Potok, Leposavic e il settore nord di Kosovka Mitrovica), abitati in maggioranza da serbi, avranno come rappresentanti sindaci di etnia albanese la cui legittimità non è riconosciuta dai serbi locali e dal governo di Belgrado.
Gran Bretagna, Francia, Italia, Germania e Stati Uniti hanno condannato la decisione del Kosovo di forzare l'accesso agli edifici municipali, invitando le autorità a fare un passo indietro e allentare la situazione. "Condanniamo la decisione del Kosovo di forzare l'accesso agli edifici municipali nel nord del Kosovo, nonostante il nostro appello alla moderazione. Chiediamo alle autorità del Kosovo di fare immediatamente un passo indietro e di allentare la tensione, e di coordinarsi strettamente con EULEX (la missione dell'UE) e KFOR (la missione della NATO) in Kosovo", hanno detto i paesi in una dichiarazione congiunta.
Anche da Washington sono arrivate parole durissime. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha criticato l'uso della forza da parte del governo kosovaro, affermando che ha agito contro il parere degli Stati Uniti e degli alleati dell'UE affermato su twitter: "condanniamo fermamente le azioni del governo del Kosovo che stanno intensificando le tensioni nel nord e aumentando l'instabilità. Chiediamo al primo ministro Albin Kurti di fermare immediatamente queste azioni e rifocalizzarsi sul dialogo facilitato dall'UE".
A Zvecan la polizia ha sparato gas lacrimogeni per disperdere la folla per far entrare i nuovi funzionari comunali negli uffici. Diverse auto sono state date alle fiamme. Personale dell'ospedale serbo del Kosovo hanno detto che circa 10 manifestanti sono rimasti feriti mentre un auto della polizia è stata brucia.
Dopo gli scontri tra la polizia e la minoranza serba del Kosovo, il presidente Vucic ha allertato l’esercito spostandolo a ridosso del confine chiedendo, inoltre, che le truppe guidate dalla NATO di stanza in Kosovo proteggano i serbi etnici dalla polizia.
Intanto, il contingente italiano (vedi articolo: “Nuove forze in Kosovo: i carabinieri implementano la forza di Eulex”) di “operatori in aree di crisi” della 2a brigata mobile carabinieri, schierato a novembre dello scorso anno, farà rientro in Patria a breve. Come confermatoci dall’ufficio stampa di Eulex, “i carabinieri (appartenenti al 7° reggimento “Trentino Alto-Adige”) della Reserve Formed Police Unit (RFPU) della European Union Rule of Law Mission in Kosovo (EULEX) messi a disposizione dalla European Gendarmerie Force (EUROGENDFOR) temporaneamente schierati a novembre dello scorso anno, termineranno il loro mandato intorno alla metà del mese di giugno.”
L’11 maggio scorso, durante la premiazione dei militari, il capo di EULEX, Lars Gunnar Wigemark, ha ringraziato l'Italia per aver fornito alcuni dei suoi migliori carabinieri per questo dispiegamento: "la vostra presenza qui oggi dimostra la vostra volontà di sostenere la sicurezza e la stabilità in Kosovo e nei Balcani occidentali nel loro complesso". Ha elogiato il contributo della RFPU alla sicurezza e alla stabilità del Kosovo, in particolare durante una serie di momenti importanti, in particolare nel Kosovo settentrionale alla fine del 2022. "Il vostro impegno e la vostra professionalità, di cui sono stato testimone in molte occasioni, hanno fatto davvero la differenza, e il vostro servizio è una testimonianza dei valori di pace, sicurezza e giustizia. Servire in una missione PSDC come EULEX richiede coraggio, resilienza e dedizione” ha concluso Wigemark.
Foto: Serbian Armed Forces