L’equipaggio di Nave Morosini in visita allo United Nations Memorial Cemetery in Korea

(di Marina Militare)
04/07/23

Mentre prosegue la navigazione in Indo-Pacifico, lo scorso 1 luglio Nave Morosini, impegnata nella sosta a Busan in Corea del Sud, ha visitato con il proprio equipaggio lo United Nations Memorial Cemetery in Korea.

Realizzato nel 1951 dallo UN Command ed adibito inizialmente a cimitero di guerra, nel 1959, a seguito di una accordo tra le Nazioni Unite e la Repubblica di Korea, divenne formalmente il cimitero delle Nazioni Unite per poi assumerne, nel 1974, anche il valore di memoriale, sotto la diretta gestione dei paesi delle Nazioni Unite che in quel luogo conservavano i resti e i ricordi dei propri caduti in guerra. Quello di Busan è dunque, ancora oggi, l'unico cimitero al mondo delle Nazioni Unite, nonché simbolo della pace e della memoria che le Nazioni Unite hanno voluto assicurare a coloro che dal 1950 al 1953 presero parte, a vario titolo, alla guerra di Korea, nel primo vero intervento delle Nazioni Unite da poco nate.

L'impatto che provoca questo luogo è forte e toccante. Sulle pareti del Wall of Remembrance, imponente muro sul quale sono incisi i nomi degli oltre 40000 caduti, si leggono le storie e si consumano i ricordi di uomini che hanno affrontato la tragedia della guerra in difesa della libertà con coraggio e spirito di sacrificio. Nella Symbolic Area e nella Main Grave Area, principali zone dove ancora riposano oltre 2000 caduti di 11 paesi diversi, sventolano le bandiere delle nazioni che a vario titolo presero parte alla guerra, fornendo supporto in termini strettamente militari o come assistenza medica.

Tra le bandiere delle 22 Nazioni che furono presenti in Korea c'è anche quella dell'Italia e negli archivi storici del Memorabilia Hall compaiono sotto forma di foto le testimonianze del contributo dell'Italia, che nel 1951, con una propria missione nazionale fornì il proprio supporto medico e umanitario con un contingente della Croce Rossa conosciuto come Ospedale 68.

Nel settembre del 1951, infatti, un nucleo sanitario gestito dal personale del Corpo Militare C.R.I. e dalle Infermiere Volontarie C.R.I partì per Yong Dung Po, un sobborgo di Seul, con l'equipaggiamento per 200 posti letto e 71 volontari, uomini e donne. L'ospedale che da lì si sviluppò, continuò ad essere operativo fino al gennaio del 1955, vale a dire oltre un anno dalla fine del conflitto fornendo costante supporto a tutte le truppe delle nazioni presenti e ai civili.

Il supporto dell'Italia, nonché il ragguardevole operato dell'Ospedale 68 con oltre 7mila ricoverati e 230mila prestazioni mediche fornite in ambulatorio, ricevette l'elogio del generale Douglas MacArthur, a capo delle forze alleate, e della comunità internazionale, Quello sanitario, inoltre, non fu il solo aspetto evidente della missione poiché, anche sul piano politico, l'impegno di una nazione da poco uscita dalla guerra e dal periodo del fascismo fu dimostrazione della capacità di mettersi in gioco nel sostenere i valori e le azioni nei limiti e nelle volontà dell'ONU, di cui entrerà poi a far parte nel 1955.

Nel ricordare questo evento l'equipaggio di Nave Morosini ha voluto commemorare non solo tutti coloro che nella guerra hanno dato la vita a difesa dei valori democratici e della pace, ma ha voluto riscoprire una pagina della storia del nostro Paese che in quell'occasione ha saputo mostrare la parte migliore di sè, creando nel contesto internazionale un esempio della propria azione moderata e diplomatica nel contesto internazionale.

Dell'esperienza di coloro dell'equipaggio che hanno partecipato resterà l'onore di essere stati i primi a ritornare in questo luogo dopo lungo tempo e il piacere nell'aver riscoperto una pagina di storia recente che ancora oggi contribuisce a rendere merito del valore della nostra nazione nel mondo.