“Il mar Mediterraneo rappresenta un patrimonio storico per il nostro Paese che da esso trae sostegno per l’economia nazionale e quindi supporto al benessere e alla prosperità delle proprie imprese e dei propri cittadini” così è iniziato l’intervento del sottosegretario di Stato alla Difesa Matteo Perego di Cremnago al terzo e ultimo giorno della prima edizione del Forum “Risorsa Mare” a Trieste.
“Il nostro Paese con quasi 8.000 Km di costa, 15 Regioni che affacciano sul mare, un sistema marittimo insulare e con ben 29 Aree Marine Protette, è la nazione marittima al centro del Mediterraneo, dove si sviluppa anche il flusso di rotte che collegano l’Indo-Pacifico all’Oceano Atlantico e all’Europa” ha proseguito il sottosegretario “è il fianco sud di due alleanze/organizzazioni internazionali come la Nato e l’Unione Europea che hanno collocato il mediterraneo allargato nei loro orientamenti strategici con il Nuovo Concetto Strategico dell’Alleanza e la Bussola Strategica dell’UE”.
“L’Italia, attraverso la sinergia creata con il governo attuale nel CIPOM, si sta occupando in maniera dedicata della 'risorsa Mare' rafforzando il proprio ruolo nell’ambito del contesto internazionale” continua Perego nel suo intervento “Forze Armate e gli attori interessati hanno sempre fornito un costante supporto in termini di sicurezza e difesa del nostro mare, ma la situazione geo-strategica attuale è cambiata e più complessa, uno scenario dove hanno acquisito una importanza rilevante i mezzi unmanned e l'intelligenza artificiale, per questo è nato il Piano del Mare, uno strumento di indirizzo politico, condiviso da tutti, per il coordinamento di un’unitaria strategia marittima nazionale”.
In conclusione ha affermato il sottosegretario “Difesa e sicurezza della 'Risorsa Mare' devono implicare anche la diffusione della cultura della difesa, in particolare quella marittima, il recupero e la valorizzazione delle nostre antiche tradizioni marinare, l’accento sulla comunicazione e sulla promozione di un pensiero strategico, il rispetto delle competenze e delle professionalità di chi da sempre 'va per mare' e di chi vive sul mare e per il mare. Una trasformazione che, per essere efficace, deve poggiare su una solida base culturale, sulla partecipazione dei soggetti più strettamente interessati e di tutti i cittadini Italiani”.